Eva, profuga di soli 15 giorni
«Lacrime quando l’ho vista»

Rebbio, arrivata a Como la più piccola fuggitiva dalla guerra in Ucraina

Quindici giorni di vita, la fuga ancora nella pancia della mamma e poi, finalmente, al sicuro. Eva, “Principessa” come la chiamano i suoi salvatori, è la più giovane rifugiata ucraina nel Comasco. È giunta qui attraverso il circuito dei volontari che stanno facendo la staffetta tra il confine polacco e l’Italia per dare una possibilità a chi scappa dalla guerra. Ieri mattina Eva, verso le 5, è stata accolta con mamma Tatiana Shaforostova , 34 anni, i due fratelli più grandi, Ulyana di 8 anni e Gleb di 11, e la nonna, Svetlana Grishchenko , 62 anni, nella parrocchia di Rebbio, negli spazi adibiti per loro dalla comunità di don Giusto Della Valle .

«Quando l’ho vista per la prima volta a stento ho trattenuto le lacrime – racconta Vincenzo Napolitano che con Fulvio Failla e altri “autisti” ha guidato la carovana di tre furgoni, partiti lo venerdì verso la Polonia, carichi di farmaci e beni di prima necessità – Era un fagotto rosa, stretto tra le braccia della sorella di Tatiana che per settimane l’aveva ospitata a casa sua a Varsavia, città in cui è venuta al mondo». Anche questa donna piangeva, come se non riuscisse a staccarsi da quella giovane esistenza di cui si era presa per un po’ cura e che aveva spalancato gli occhi proprio nella sua casa. Era stata lei il primo contatto in Polonia per la famiglia di Eva, un’ancora di salvezza nel dramma della guerra. «L’emozione di sapere che Eva sarebbe tornata con noi in Italia è stata indescrivibile – continua Vincenzo – Era il mio terzo viaggio in Polonia per recuperare donne e bambini in fuga dall’Ucraina, ma questa ultima avventura mi ha fatto comprendere la forza della speranza, della tenacia e della voglia di vivere a tutti i costi».

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