Eventi estivi, un’autentica beffa
A Varese e Lecco si investe il triplo

Cartellone povero e non ancora pronto - Pd e Svolta Civica: «Il sindaco non pensa al rilancio»

L’estate è arrivata, Como è più bella che mai sotto il sole, i turisti hanno cominciato ad affollare il lungolago, ma ancora una volta il Comune si fa sorprendere a giugno inoltrato, in colpevole ritardo, senza aver pubblicato lo straccio di un cartellone con gli eventi estivi.

Stride il confronto con le città vicine, anche quelle non propriamente a vocazione turistica: iniziative tutte programmate da tempo e già presentate alla stampa a fine maggio, siti internet aggiornati dai quali si possono scaricare tutte le informazioni utili su date, orari e luoghi. Pubblicità delle manifestazioni affidata anche ad affissioni e volantini.

Niente di speciale: tutto quel che c’è da aspettarsi prima che l’estate abbia inizio. E allora il confronto con Como, risulta più umiliante. Non solo: balza all’occhio l’esiguità delle risorse messe a disposizione da Palazzo Cernezzi per l’assessorato alla Cultura retto da Carola Gentilini: appena 70mila euro per tutta l’estate.

«Cifra non altissima - ha ammesso mercoledì sera in consiglio comunale - Risentiamo anche dei numerosi vincoli da rispettare per realizzare grandi eventi, cosa sempre più complicata sia sul fronte pratico sia sotto quello economico. Infine non abbiamo la disponibilità del palco, perché non è a norma».

Eppure città che non hanno il nostro flusso turistico, arrivano a spendere molto di più. Non bisogna andar lontano per trovare esempi virtuosi. È il caso di Varese, stesse dimensioni di Como, dove il Comune mette sul piatto della bilancia 170mila euro per sostenere la bellezza di 250 eventi nel corso di tutta l’estate, tra piccoli e grandi appuntamenti, da svolgersi in luoghi evocativi (come il Sacro Monte), in centro o in periferia.

E che dire dei cugini lecchesi, trentamila abitanti in meno, per parlare di una città che, seppur a noi superiore nelle classifiche per la qualità della vita, non viene certo ricordata per la ricchezza e varietà della proposta culturale? Che onta: il Comune dell’altro capoluogo lariano spenderà per questa estate quasi quattro volte di più, cioè 250mila euro, comprensivi di stampa di volantini e noleggio palco.

Se poi passiamo a Lugano, il confronto non si pone: 1,7 milioni di franchi, di cui 800mila a fondo perduto (contando su introiti di almeno 900mila franchi dalla vendita di biglietti): al cambio di ieri fanno 716mila euro. Dieci volte di più di quanto si è riusciti a fare a Como.

Dunque, investimenti ai minimi termini per sostenere la vocazione culturale e turistica della città, seppure il flusso dei turisti in arrivo sia in costante crescita. Sembra quasi una fortuna immeritata, quella di cui gode la nostra città. Durerà? Se lo chiedono i consiglieri comunali del Pd e di Svolta Civica, riferendosi all’ultimo caso, il forfait del Wow music festival.

«Ci sembra assurdo, tra l’altro, che vengano mortificate così, dalle scelte di questa Giunta, le iniziative nate dai privati, dalle associazioni, in una parola dai cittadini, che, proprio nel caso del Wow, fanno sforzi anche economici personali», aggiungono i capigruppo Stefano Fanetti e Vittorio Nessi. «Ci chiediamo dove questa amministrazione voglia andare a parare: dopo la figuraccia con Sgarbi, i ritardi sui bandi e su tutte le iniziative estive, il trasferimento a Villa Erba,a Cernobbio, del Lake Como Film Festival, cioè un evento internazionale e di prestigio, il sindaco Landriscina e i suoi assessori come pensano di rilanciare la città?».

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