Arrestato nella notte il vandalo delle auto: veniva in treno da Legnano per mettere a segno i colpi

Via BrianteaL’arresto è avvenuto nel pieno della notte, quando la polizia ha catturato un uomo italiano sospettato di essere il volto nascosto dei misteriosi raid vandalici ai danni di macchine. Altre sedici colpite ieri sera: domani sarà sottoposto a rito direttissimo

Un susseguirsi inarrestabile di vetri rotti e macchine rovinate, notte dopo notte, in zone centrali della città dove però le telecamere non sono mai riuscite a inquadrarlo. Eppure, questa volta, qualcosa è andato storto nei suoi piani: il vandalo delle auto è stato fermato.

L’uomo italiano, di venticinque anni, pluripregiudicato e con precedenti penali e di Polizia per diversi reati tra cui quelli contro il patrimonio, la Pubblica Amministrazione e in materia di stupefacenti, è stato arrestato dalla polizia questa notte intorno alle 4.40, in via Briantea, grazie alla segnalazione di un soggetto che stava infrangendo i finestrini di alcuni veicoli in sosta tra via Ciceri e via S. Martino. Alla vista delle Volanti e degli equipaggi in borghese il vandalo ha cercato di liberarsi del martelletto frangi vetro - di quelli che si vedono sui treni - con cui stava mettendo in atto il raid notturno. La sua mano destra coperta di sangue e il martelletto hanno parlato per lui che ha poi a sua volta confessato di aver danneggiato un numero imprecisato di automobili. La motivazione di simili gesti però resta tuttora incomprensibile: si è accertato però che il venticinquenne è nato ed è residente a Legnano, da dove partiva ogni volta in treno per raggiungere il centro di Como, con ogni probabilità per mettere a segno i colpi ai danni delle auto.

Nel suo zaino però è stato trovato del denaro, sia in Franchi Svizzeri che in Euro, e un coltellino multiuso in acciaio. Non solo: altri oggetti - presumibilmente parte della refurtiva ottenuta vandalizzando le auto - sono stati trovati all’interno dello zaino. Alcune powerbank, profumi di marche famose, alcuni auricolari bluetooht, occhiali da sole, una tessera sanitaria che è risultata oggetto di denuncia di furto formalizzata lo scorso novembre a Milano.

Ma prima di essere arrestato, il vandalo era riuscito a mettere a segno diversi altri colpi nelle zone limitrofe al luogo del fermo: cinque auto in via Ciceri, due auto in via Don Minzoni, quattro in via San Martino e cinque in via Zexio. L’uomo sarà sottoposto a rito direttissimo domani, 9 dicembre 2022, senza passare dall’udienza preliminare.

Ruotavano intorno a viale Varese e alla zona del mercato i suoi posti prediletti per portare a termine atti di vandalismo, spesso a vuoto - nelle macchine quasi mai sono stati rubati oggetti di valore, fatta eccezione per piccole somme di denaro e oggetti vari - ma nel giro di qualche giorno era riuscito a colpire anche in via Maurizio Monti, in via Crispi e in via Sirtori.

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La scena sempre la stessa: i proprietari delle auto si svegliano la mattina e scendono in strada per accendere la macchina e iniziare la giornata, ma trovano una sorpresa spiacevole. Finestrini in frantumi, di solito quelli a lato del marciapiede, oppure addirittura il parabrezza infranto e le gomme tagliate. Abbiamo seguito uno a uno questi atti di vandalismo, notte dopo notte, pubblicando le fotografie dei danni provocati dai raid notturni, mentre molte segnalazioni si diffondevano anche sui social.

Tutto era partito da viale Varese e via Mugiasca ai primi di novembre e, da allora, quasi quotidianamente gli aggiornamenti sui danni provocati dalla mano misteriosa del vandalo si accumulavano. Da questa notte c’è speranza che i proprietari delle auto parcheggiate nei posteggi non custoditi possano dormire sonni più tranquilli. Nelle aree maggiormente colpite - viale Varese, appunto, ma anche via Mugiasca, piazza Vittoria, la zona del Mercato, Como Borghi e l’area circostante le poste centrali - è stato intensificato negli scorsi giorni il numero degli equipaggi delle Volanti presenti, affiancati da pattuglie in borghese con l’obiettivo di presidiare queste zone.

Fondamentale per l’arresto è stato anche il minuzioso esame condotto dalla Questura di Como sulle immagini registrate dalle telecamere poste in corrispondenza delle aree urbane che, fino a pochi giorni fa, sembravano non essere in grado di dare indizi utili alle indagini.

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