Fine di un’epoca, addio alla tv svizzera
Ultimi sei mesi, poi ripetitori spenti

La Rsi taglia i costi e dal 3 giugno abbandona la tecnologia del digitale terrestre - Satellite soltanto ai cittadini svizzeri. Per i comaschi resta Internet, ma senza sport e fiction

Addio alla televisone svizzera. Dal prossimo 3 giugno i canali dell’emittente elvetica non saranno più disponibili sul digitale terrestre. «La decisione, presa lo scorso 29 agosto dal governo federale, di spegnere le circa 200 antenne che diffondono il segnale via etere avrà un impatto minimo per i residenti nella Confederazione ma inevitabilmente è destinata a penalizzare i numerosi telespettatori che seguono i programmi diffusi dalle reti svizzere dalle province di Como, Varese e Verbano-Cusio-Ossola», conferma il comuncato ufficiale. Non è la prima volta: già alla fine degli anni Novanta il segnale della “Svizzera”, a cui tanti comaschi si sono affezionati fin dai primi anni Settanta quando rappresentava l’unica vera alternativa al monopolio Rai, era sparito dai televisori lariani.

Con l’avvento del digitale terrestre, non solo “La Svizzera” (l’abbiamo sempre chiamata così) è tornata visibile, ma l’offerta è raddoppiata, anzi, quadruplicata contando anche i canali in lingua tedesca e francese nonostante la penalizzazione di canali non immediatamente rintracciabili. “La 1” e “La 2” sono, attualmente, sulle frequenze 853 e 854 mentre all’851 si può vedere Srf 1 (in tedesco) e all’852 si trva Rts Un (francese). «Berna ha giustificato la rinuncia al digitale terrestre con l’esigenza di ottimizzare le risorse del canone - spiega il comunicato - che dal 2019 sarà ridotto da 451 a 365 franchi, e con la particolare configurazione del mercato interno che si caratterizza per la scarsa diffusione di questa tecnologia. La stragrande maggioranza della popolazione elvetica segue infatti i canali televisivi via cavo o con un ricevitore satellitare e solo il 2% degli utenti dispone di un’antenna per la ricezione (digitale) via etere». I comaschi saranno altrettanto tecnologici? «Potranno sempre guardare i programmi della Rsi, in particolare informazione e trasmissioni culturali e di intrattenimento, sui portali web www.tvsvizzera.it e www.rsi.ch o, sui dispositivi digitali, attraverso le due app gratuite tvsvizzera.it e Play Rsi”, rassicura l’emittente, ma due dei punti di forza dell’offerta verranno, comunque, a mancare: «Va comunque sottolineato che la programmazione su Internet non comprende le trasmissioni per le quali non sono contemplati i diritti per l’estero (in particolare fiction e sport)».

La Rtsi non sarà disponibile neppure via satellite perché occorre una «scheda Sat AccessLink esterno che però, al di fuori dei confini elvetici, viene rilasciata solo ai cittadini svizzeri residenti all’estero». Insomma, nonostante tutte queste opzioni alternative, per tanti telespettatori nostrani si tratterà di un addio. È la fine di un’era. “La Svizzera”, tanto per cominciare, era a colori quando la Rai era ancora in bianco e nero e per i bambini degli anni Settanta il ricordo indelebile è quello del Gatto Arturo, che indossava una maglia variopinta, e di Stripy, la mascotte di “Scacciapensieri” (contenitore a cartoni... pardòn “disegni animati” avanti anni luce rispetto alla “Tv dei ragazzi”) che, appunto, si componeva come un arcobaleno. Della “Svizzera” si prendeva tutto, perfino le estrazioni del lotto svizzero a numeri con le sue ipnotiche palline numerate. I film internazionali raggiungevano il palinsesto mesi prima di approdare sui corrispettivi italiani e solo l’avvento della tv commerciale riuscì a intaccare l’amore per la Rtsi, per “la meteo” infallibile e per le ore e ore dedicate allo sci e a tutti gli sport invernali. Godiamoci questi ultimi sei mesi.

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