Finte coop, debiti e fiumi di denaro
Nell’inchiesta spunta un ex calciatore

Il presunto dominus delle cooperative fallite voleva Giuseppe Sculli come socio. A carico del giocatore nessuna accusa. E sullo sfondo preoccupano i rapporti con la ’ndrangheta

Fiumi di denaro, pietre preziose, minacce, spedizioni punitive, tesori sperperati sui tavoli da gioco, rapporti con i clan della ’ndrangheta e il tentativo di far entrare nell’affare delle cooperative fittizie anche un ex calciatore di serie A. Sotto il coperchio della maxi inchiesta che, poco meno di un mese fa, ha portato all’arresto di 34 persone per una serie di clamorose bancarotte e frodi fiscali, spuntano retroscena inquietanti e intrecci complicati tra commercialisti, ex politici, sconosciuti prestanome e - ora - pure un ex calciatore di serie A.

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Il lavoro della sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Milano - che assieme alla Guardia di finanza di Como ha condotto l’inchiesta della Procura cittadina - ha infatti permesso di scoprire che, circa tre anni fa, Massimiliano Ficarra, il commercialista con casa a Lomazzo considerato l’ideatore del domino di cooperative fittizie deliberatamente travolte dalla bancarotta, avrebbe cercato di coinvolgere nei suoi affari anche Giuseppe Sculli, ex attaccante di Juventus, Modena, Genoa e Lazio. Un nome, quello di Sculli - a carico del quale non viene mossa alcuna accusa, va subito detto - non nuovo alle carte investigative su vicende riconducibile in qualche modo alla criminalità organizzata. Forse anche a causa della parentela con il boss Giuseppe Morabito, detto u tiradrittu, l’ex calciatore si è recentemente trovato a tessere rapporti e incontri con personaggi vicini ai clan.

Nell’indagine della Procura di Como sulle coop fittizie, emerge che Sculli era in rapporti di amicizia - tra gli altri - con Antonio Carlino, di Gioia Tauro, dove quest’ultimo gestiva - non a caso - la cooperativa “Como Service”. Carlino, già nel 1996, era stato visto a un summit di ’ndrangheta e aveva aiutato due latitanti a fuggire. Nel 2016, Sculli assieme a Carlino viene dato tra i partecipanti di una trasferta all’Hermitage di Montecarlo, nel weekend del Gran Premio di Formula 1. Con loro anche Daniele e Domenico Ficarra, rispettivamente fratello e nipote di Massimiliano. Durante il viaggio alla volta di Montecarlo, Domenico viene fermato con tre compagni di viaggio su un’auto dove la polizia di frontiera trova un vero e proprio tesoretto in contanti: 108mila euro.

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