Freddo, boom di malanni
e ospedale preso d’assalto

Al Sant’Anna ieri già 130 accessi alle 17. I consigli del medico

Il freddo continua a colpire anche il nostro territorio. In questi giorni comaschi super coperti e quasi increduli di fronte a un sole splendente ma algido, che regala da un lato suggestive visioni di fontane congelate ma dall’altro intasa il Pronto soccorso con centinaia di richieste di assistenza per forme influenzali un po’ più forti del solito o per complicanze a carico di bambini e anziani.

Ieri al Sant’Anna la situazione continuava ad essere molto tesa, il numero degli accessi ha toccato quota 130 alle 17, numero raggiunto il giorno prima nell’intera giornata di lavoro.

Non andrà meglio nei prossimi giorni, quando la colonnina di mercurio continuerà il suo balletto attorno allo zero, senza scalare mai molte posizioni verso l’alto di giorno e precipitando nelle ore notturne verso temperature da freezer.
Che fare dunque? Il primo appello è al buon senso, non drammatizzare e non prendere d’assalto gli ospedali, dice il medico comasco Arnaldo Butti.

«In Effetti abbiamo constatato un picco di influenza, anticipato rispetto agli altri anni anche se statisticamente nella norma - osserva - Un paio di giorni di febbre alta, con tosse secca e se il soggetto è giovane e generalmente in salute, non devono spaventare - dice il medico - Invece mi riferiscono di 25-30enni che si precipitano al Pronto soccorso dopo 48 ore di febbre a 39. Non dimentichiamo che la febbre alta, in questi casi, è indice di un organismo in salute, capace di una risposta immunitaria valida». Meglio quindi aspettare tre-quattro giorni prima di rivolgersi alle strutture sanitarie, sempre naturalmente che non ci si trovi di fronte a pazienti deboli, anziani o a rischio di complicazioni.

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