Furti in casa, fate attenzione ai social. «Non scrivete che andate in vacanza»

Le ferie Dai post su Facebook ai sistemi di allarme: qualche consiglio utile per difendersi. Alla vigilia della settimana più a rischio dell’anno la questura potenzia i servizi di controllo

Con le ferie d’agosto torna anche il rischio di una recrudescenza del fenomeno dei furti in casa, statisticamente più numerosi nei periodi festivi, Natale e, appunto, Ferragosto. Proprio in vista della settimana di vacanza per eccellenza, la questura di Como - con il coordinamento della prefettura - ha già disposto un innalzamento della soglia di attenzione e un potenziamento dei servizi di controllo del territorio, coinvolgendo tutte le forze di polizia.

Se da una parte l’aumento dei flussi turistici conforta gli operatori, dall’altra un numero così importante di visitatori (anche ieri la città è apparsa particolarmente sovraffollata) espone al rischio di un aumento dei reati, a partire - appunto - da furti e taccheggi.

Qualche consiglio utile

Il potenziamento è già visibile: ieri, per esempio, in città sono entrate in servizio le nuove moto della polizia, utili per stringere le maglie dei controlli lungo le vie della città murata o tra le aiuole dei giardini a lago, dove proprio ieri hanno incrociato per gran parte del pomeriggio.

Chi ruba nelle nostre case è molto attento ai dettagli: c’è chi una volta preso di mira l’obiettivo, si acquatta in attesa di entrare in azione appena il padrone di casa si allontana.

Dalla Bassa all’Alto lago transitando per il Comune capoluogo, la preoccupazione principale rimane comunque quella delle “incursioni domiciliari”, vale a dire dei furti in casa, per i quali la questura reitera i consigli di sempre, mai “urlati” a sufficienza. Il primo riguarda l’utilizzo dei canali “social”, da Facebook a Istagram, sui quali è vivamente sconsigliata la pubblicazione di informazioni utili al “nemico”, vale a dire date di partenza («da domani tutti al mare!») e di ritorno, fotografie scattate tra i bricchi alpini o sulle spiagge del Salento. Chi ruba nelle nostre case è in genere molto attento a questi dettagli: c’è chi una volta preso di mira l’obiettivo, si acquatta in attesa di entrare in azione appena il padrone di casa se ne sia allontanato. Vediamo di non facilitargli troppo il lavoro.

Il secondo consiglio riguarda le “difese” passive: chi può permetterselo fa bene a dotarsi di infissi con sistemi di sicurezza e porte blindate, oltre che di sistemi di allarme possibilmente collegati alle centrali operativi degli istituti di vigilanza, quando non direttamente a quelle di carabinieri e polizia. E ancora: un parente, un amico, un vicino di casa può tornare utile per effettuare piccoli sopralluoghi di controllo una volta ogni tanto, magari anche per svuotare la cassetta delle lettere, un altro indizio - quando sia strapiena - del fatto che in casa potrebbe non esserci nessuno; oppure per accendere le luci, arieggiare, “muovere” l’appartamento lasciando a intendere che sia tutt’altro che vuoto.

Contattare il 112

Quanto infine alle forze dell’ordine, detto dell’incremento di pattuglie sul territorio - tale da garantire, almeno sulla carta, un pronto intervento non solo in città ma in ogni cantone della provincia - il consiglio è sempre lo stesso: contattare il 112, numero unico di emergenza, e farlo senza timori, anche in caso di un semplice sospetto. La tempestività dell’intervento ne determina anche la buona riuscita. In altre parole: meno un’uscita in più a vuoto che un’uscita in meno per una casa (ormai) vuota.

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