Gottardo, Como sarà più vicina all’Europa

Gli svizzeri votano sì ai lavori di ampliamento della galleria che collega il Ticino al Nord . Gli autotrasportatori italiani: «La Confederazione guarda al futuro, al contrario di quanto avviene da noi

E ora cosa accadrà? La domanda sorge spontanea dopo che ieri la Svizzera ha approvato a netta maggioranza il referendum sul raddoppio del tunnel stradale del Gottardo.

A nulla sono valse le strenue resistenze del Canton Ginevra, l’unico ad opporsi. Al raddoppio del traforo hanno detto sì il 57% dei cittadini svizzeri: i “sì” sono stati 1.883.741 e i “no” 1.420.481. L’affluenza alle urne è stata del 63,2%.

«Al primo incolonnamento vedremo ora cosa accadrà», ha detto a risultato ormai acquisito il sindaco di Mendrisio, Carlo Croci. Soprattutto al confine, in molti temono il caos, quando entrambi i “tubi” funzioneranno a pieno regime.

Il Comasco è naturalmente spettatore più che interessato di questa importantissima partita viabilistica.

Incassato il “sì” al raddoppio, il calendario prevede, per il vecchio tunnel del Gottardo (tra le più importanti infrastrutture viabilistiche europee con i suoi 17 chilometri mono-corsia, inaugurato il 5 settembre 1980), il via al lavori nel 2020, quando la galleria che collega il Canton Uri al Ticino sarà chiusa per almeno due anni e mezzo per consentire importanti interventi di manutenzione oltre alla realizzazione del “secondo tubo”, i cui dettagli sono già in fase avanzata.

Esulta il ministro ticinese Norman Gobbi.

«È un’opportunità anche per il nostro territorio - ribadisce Giorgio Colato, presidente della Fai (Federazione Autotrasportatori italiani) di Como-Lecco - La Svizzera guarda al futuro, al contrario del Comasco».

Intanto a giugno sarà inaugurata la galleria ferroviaria di base del San Gottardo. Senza dimenticare che entro il 2018 i transiti di mezzi pesanti attraverso le Alpi dovranno essere ridotti a 650mila.

© RIPRODUZIONE RISERVATA