«Ha rubato le ceneri del marito»
Lei nega, ma rischia il processo

Chiesto il rinvio a giudizio per una donna di 58 anni Un anno fa nel cimitero venne vandalizzata una lapide e rubata l’urna

Il 31 gennaio 2021, nel cimitero di Monte Olimpino, una tomba era stata presa di mira da mani anonime. Una lapide era stata divelta e fatta precipitare a terra, andando in frantumi. In un primo momento, i parenti del defunto, avevano pensato ad un atto vandalico.

La denuncia

Le indagini dei carabinieri di Como e della procura, coordinate dal pubblico ministero Maria Vittoria Isella, hanno però portato alla luce un’altra incredibile storia, che ora attende il vaglio del giudice dell’udienza preliminare sul cui tavolo è stata depositata la richiesta di rinvio a giudizio.

Sul registro degli indagati, non solo per la lapide distrutta ma anche per la scomparsa dell’urna contenente le ceneri del defunto, è infatti stato iscritto il nome della moglie, una 58enne di Como. Sarebbe stata lei, nella notte tra il 30 e il 31 dicembre del 2021, a distruggere la lapide mandandola in frantumi e a rubare l’urna, fatto che la porterà davanti al giudice con le accuse ipotizzate di vilipendio delle tombe e sottrazione di cadavere.

La donna, assistita dall’avvocato Barbara Gatti, nega ogni addebito e avrà modo ulteriormente di farlo di fronte al Gup Massimo Mercaldo. La scoperta dell’accaduto era stata fatta da uno zio del defunto, che aveva poi segnalato la cosa alla sorella.

I carabinieri di Como avevano raggiunto il cimitero di Monte Olimpino trovando la lapide distrutta e l’urna scomparsa. I militari effettuarono rilievi ma dai resti della tomba non emersero impronte utili alle indagini. Quello che venne a galla fu invece, dopo aver sentito anche l’impresa di pompe funebri che aveva effettuato il funerale, una telefonata della moglie della vittima che chiedeva una sepoltura più degna per il marito, lontano dai parenti che nemmeno – a dire della consorte – erano stati in grado di posizionare una foto adeguata. Insomma, i fari dell’indagine si spostarono improvvisamente sulla consorte, residente a Como, 58 anni.

L’inchiesta

In una perquisizione a casa i carabinieri trovarono la foto scomparsa dalla lapide e anche alcuni brandelli di nastro adesivo compatibili con quanto era rimasto sul colombario. Nessuna traccia, invece (nemmeno oggi), dell’urna contenente le ceneri del marito, nato in Germania nel 1967 e deceduto all’età di 52 anni.

Sul registro degli indagati è così finito il nome della moglie, che ora – dopo la richiesta di rinvio a giudizio formalizzata dalla Procura della Repubblica – attende di potersi difendere davanti al giudice.

La donna ha sempre negato ogni addebito, sostenendo che non sarebbe nemmeno stata in grado di scavalcare il muro del cimitero come invece viene sostenuto dalla pubblica accusa. Quello che è emerso con certezza in questi mesi sono i rapporti tesi tra la consorte e la famiglia del defunto, come pure lo scarso gradimento per quella che era la sepoltura scelta nel cimitero di Monte Olimpino, dove l’uomo fu messo a riposare accanto al padre.

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