I 4 moschettieri del clima
«Guai fare finta di niente»

DIOGENE martedì torna in edicola / Elisa, Carlotta, Davide e Francesco sono tra i più attivi del gruppo comasco del movimento Fridays for future

La lotta per il clima non va in vacanza. E i quattro studenti comaschi ribadiscono: «Non manifestiamo per saltare una lezione o qualche ora di lavoro: al contrario, siamo determinati a salvaguardare l’ambiente in cui viviamo».

Il cambiamento climatico non mette in discussione la sopravvivenza del pianeta, in un modo o nell’altro la Terra si salverà. Il futuro dell’uomo invece, è appeso a un filo. Questo l’allarme lanciato con preoccupazione dai ragazzi di Fridays for future, il movimento nato la scorsa estate dall’esperienza di Greta Thumberg e trapiantato un po’ in tutti i Paesi dell’Europa. Anche a Como, negli ultimi mesi, gli “scioperi per il clima” hanno avuto un grande seguito, si pensi alla manifestazione del 15 marzo, che ha fatto sfilare per le strade della città oltre 2500 giovani armati di slogan e striscioni. L’obiettivo è uno solo: sensibilizzare la popolazione locale e cercare il dialogo con le istituzioni.

Il primo manifestante

«È in atto una crisi climatica» riconosce Davide Faifer, lo studente diciottenne del Terragni di Olgiate che per primo ha organizzato i presidi sotto il portone di Palazzo Cernezzi, uno ogni venerdì . «Nessuno può più fare finta di niente. I pareri unanimi della scienza ci dicono che abbiamo già compromesso a sufficienza l’ecosistema terrestre. Noi giovani ci siamo mossi, qui come in tutto il mondo, per ribadire con chiarezza un messaggio: dobbiamo affrettarci se vogliamo lasciare a noi e alle generazioni future un mondo ancora vivibile. Ora puntiamo a un coinvolgimento globale, non soltanto i ragazzi delle scuole superiori e gli universitari ma anche gli adulti e gli anziani».

La prima volta, nel mese di gennaio, Davide si è trovato da solo a manifestare. Settimana dopo settimana, i ragazzi si interessano e lo accompagnano sempre più numerosi. «È una soddisfazione che mi dà speranza. Non si tratta di saltare un giorno di scuola o di lavoro senza un fine concreto. A chi ci rivolge questa critica rispondo di informarsi e provare a passare qualche ora insieme a noi. La nostra è una forma di attivismo dotata di importanti potenzialità. Dobbiamo essere bravi a sfruttarle ampliando il nostro raggio d’azione». Mezzi di comunicazione preferiti sono Internet e soprattutto i social.

«Le nostre pagine su Instagram e Facebook sono sempre aggiornate - spiega Carlotta De Caria, studentessa del liceo classico Volta - di recente abbiamo aperto anche un canale YouTube. Sul web pubblichiamo le informazioni essenziali per farci conoscere e permettere a tutti di seguirci». È un modo per sfruttare i social in modo utile e positivo, il tentativo è fare breccia nella sensibilità di coetanei e meno giovani. Non è sempre facile: Carlotta, che come altri ha sempre avuto una coscienza “verde”, è consapevole di essere ancora parte di una minoranza.

«Soltanto nella mia classe del liceo in molti sono disinteressati alle problematiche legate al cambiamento climatico. Io mi auguro che questa mentalità possa trasformarsi nel più breve tempo possibile, dando vita ad atteggiamenti più costruttivi».

I ragazzi lo sottolineano a più riprese, da soli si può fare poco. Lo ha dimostrato l’esperienza di Greta Thumberg. Appostarsi sotto il Parlamento svedese all’inizio è sembrato un gesto di sfida, pacifica, rivolta a istituzioni immobili, rivoluzionario ma magari fine a se stesso. Grazie alla partecipazione di tanti altri giovani in Europa e nel mondo si è trasformato in un esempio concreto capace di scuotere l’opinione pubblica.

Le richieste al Comune

Il gruppo Fridays For Future Como ha sollecitato il Comune a dichiarare lo stato di emergenza ambientale e a mettere in atto misure per azzerare le emissioni di carbonio o gas climalteranti entro il 2030, in linea con le direttive dell’ultimo rapporto Ipcc (Panel Intergovernativo sul Cambiamento Climatico). «Sarebbe fondamentale - ha spiegato Francesco Cavalleri, studente di Fisica all’Insubria - quantomeno per rallentare il processo inesorabile del surriscaldamento globale. Durante quest’anno nel nostro piccolo abbiamo cercato di dare dei segnali, invitando le persone a partecipare agli incontri con gli esperti organizzati in Università. Non c’é eroismo in quello che facciamo e siamo aperti al contributo di chiunque».

Intanto, gli “scioperi per il clima” del venerdì proseguono anche durante l’estate e sono aperti a tutta la cittadinanza. «Il gruppo oggi, dopo una fase di espansione e assestamento, è molto eterogeneo.- chiarisce Elisa Sacchet - Non esistono gerarchie, nessuno si sente giudicato per le sue opinioni. La riflessione sul cambiamento climatico riguarda tutti, senza distinzioni di colore politico. Io sono stata accolta e oggi Fridays for future è uno dei miei punti di riferimento».  
Federico Spinelli

© RIPRODUZIONE RISERVATA