I costruttori e la Ticosa
«Un errore abbandonare il progetto»

Così il presidente provinciale dell’Ance - Appello al candidato del centrodestra Giordano Molteni - Butti (Fratelli d’Italia): «Un problema che c’è da 40 anni»

«Abbandonare il progetto per la Ticosa è stato un grave errore». A dirlo è Francesco Molteni , presidente provinciale dell’Ance, intervenuto ieri al convegno sulla rigenerazione urbana e la riforma del catasto, organizzato da Fratelli d’Italia.

Il riferimento è al piano per l’area messo a punto dal Comune e presentato circa tre anni fa proprio all’assemblea annuale dei costruttori edili: in estrema sintesi prevedeva mille parcheggi, una destinazione culturale per la Santarella, lo spostamento in loco degli uffici comunali, attività commerciali e spazi dedicati al verde. «Era ben fatto – continua Molteni – aveva il pregio di ricucire due lembi della città. Aveva anche un numero significativo di posti auto, non come gli “inutili” 70 previsti oggi, non in grado di risolvere i problemi. Purtroppo poi si è fermato tutto: è un peccato si sia scelto di non scegliere. L’errore è della politica, ma pure della città».

Come ricordato dal presidente di Ance, la proposta era stata presente per due anni di fila al Mipim di Cannes: «È la più importante vetrina del mondo nel campo dell’investimento immobiliare – aggiunge – abbandonare il progetto è stato un grande errore». Infine, l’appello a Giordano Molteni , candidato primo cittadino del centro destra e presente fra i relatori: «Le chiedo, se diventa sindaco, di riprenderlo».

Al termine dell’intervento, il parlamentare Alessio Butti ha aggiunto: «Il problema esiste da 40 anni, da quando il Comune acquistò quella struttura, facendo l’agente immobiliare», in riferimento alla decisione presa dalla giunta Spallino nel 1982, due anni dopo la chiusura della fabbrica.

Prima di toccare il tema della Ticosa, il convegno è stato introdotto proprio da Butti: l’esponente di Fratelli d’Italia ha ribadito il «no alla riforma del catasto del governo Draghi che mira a colpire la già esagerata tassazione sulla casa. Sì, invece, a un testo condiviso per la “rigenerazione urbana” che consenta il recupero dei centri storici e delle aree dismesse». Una posizione condivida dal collega Tommaso Foti , per il quale la riforma del catasto è «nata sotto dettatura dell’Unione europea e della Commissione europea».

Il presidente di Confedilizia Claudio Bocchietti ha portato l’esempio di una casa in via XX settembre: con la riforma del catasto, una famiglia si troverebbe a pagare circa 400 euro in più di Imu. «Como è una delle città che ha l’85% di proprietari di casa – prosegue Bocchietti – in un momento storico in cui le bollette aumentano, ci vorrebbe una cedolare secca sulle attività commerciali». L’assessore all’Urbanistica Marco Butti ha ribadito l’importanza della delibera sulle aree dismesse. Inoltre, ha annunciato l’imminente arrivo in commissione paesaggio del progetto per il recupero dell’ex banca d’Italia.

Il candidato sindaco Giordano Molteni ha invece confermato la sua intenzione d’ascoltare, di «non buttare niente nel cestino a priori», di mettere insieme una squadra di valore e di «puntare molto sulla crescita culturale di Como, pensiamo per esempio al conservatorio e all’università, ma anche ad altri attori». Ha concluso gli interventi Giuseppe Tettamanti , presidente della commissione paesaggistica del Comune.

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