I due sposini senzatetto
«Sognamo casa e lavoro»

Faloppio L’8 giugno chiude a Como il dormitorio che ospita Silvia, Alessandro e gli altri clochard «Spero che qualcuno si metta la mano sul cuore»

Una casa e un lavoro per coronare il sogno d’amore di due clochard. Sarebbe il regalo di nozze più bello per Silvia Vullo (36 anni, originaria di Faloppio) e Alessandro Caliari (53 anni, cresciuto a Fino Mornasco). Dieci anni fa si sono innamorati, dopo essersi incontrati su una panchina in piazza Vittoria a Como, e il 20 maggio scorso si sono sposati in Comune nel capoluogo, dove vivono. Ora la loro storia d’amore sta facendo il giro d’Italia.

Da cinque anni la loro casa è la strada. Dallo scorso dicembre vivono nel dormitorio Emergenza freddo della Caritas, da quando i volontari li hanno trovati infreddoliti sotto i portici della basilica del Crocifisso. L’8 giugno torneranno in strada, perché il dormitorio di via Sirtori sarà chiuso.

«Non vorremmo tornare in strada – ammette la neo sposa - Il nostro sogno sarebbe avere un piccolo appartamento. Ci basterebbe anche un solo locale. Ale potrebbe trovare un lavoro e io lavorare da casa. A causa dei miei problemi di salute, posso solo lavorare da seduta. Ale sa fare tanti mestieri. Sarebbe bello se qualcuno gli offrisse un’occupazione».

«Viviamo con il mio misero assegno di invalidità e l’assegno di disoccupazione di Ale, che a febbraio è stato licenziato». Due cuori senza tetto e quattro valigie dove conservano briciole del loro passato e i segni del loro presente da clochard.

«In una settimana sarà difficile trovare una casa, spererei almeno che qualcuno ci mettesse a disposizione un luogo dove lasciare le nostre valigie – aggiunge la neo sposa – Non potremo portarcele appresso tutto il giorno, quando il 7 giugno il dormitorio chiuderà. Nelle valigie ci sono anche documenti del tribunale e dell’ospedale, le mie medicine.È lo stesso problema che hanno anche gli altri senzatetto che dall’8 giugno saranno costretti a tornare in strada. Non lo vorremmo, ma purtroppo sarà così. Io e Ale ci sosteniamo a vicenda, ma al dormitorio ci sono anziani, malati e soli, per i quali non sarà semplice stare in strada. Speriamo che qualcuno si metta la mano sul cuore e aiuti soprattutto loro».

Nonostante abbiano poco, hanno la forza del loro amore che li tiene uniti e la speranza nella solidarietà. Le loro nozze ne sono un esempio.

L’abito rosa di lei regalato da Ale con i suoi pochi risparmi e l’abito di lui donato dal custode del dormitorio; due amici senzatetto hanno fatto da testimoni; due semplici anelli (per lei quello di fidanzamento e per lui un anello prestato da un amico) come fedi nuziali; il rinfresco condiviso con i senzatetto e i volontari della Caritas, dei City Angels e della Croce Rossa; due sacchi a pelo, dono di nozze dei City Angels, e due notti in albergo pagate da un benefattore. La loro luna di miele, in attesa di poter avere un tetto tutto loro. (Manuela Clerici)

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