I sindacati: «Fermare tutto»
Già domani possibile sciopero

Chiesta la chiusura temporanea per tutelare la sicurezza - Troppa discrezionalità nel decreto. Licata (Cgil): Como, realtà non omogenea

La tutela della salute e della vita prima di tutto. Con questa motivazione i sindacati dei lavoratori dei settori metalmeccanico, tessile e chimico della Lombardia hanno indetto uno sciopero per la giornata di domani. Secondo il sindacato, infatti, il decreto governativo lascia ampi spazi di discrezionalità alle aziende per quanto riguarda la chiusura o la continuazione dell’attività. Peraltro, i rappresentanti dei lavoratori invitano ad andare anche oltre la lettera della norma, proprio considerando la situazione di emergenza. Per questo ieri Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil di Como (sindacati del tessile e della chimica) hanno scritto una lettera alle aziende del territorio che non producono beni o servizi considerati indispensabili per i cittadini, anche se il codice Ateco le inserisce tra quelle cui è permesso di continuare la produzione.

«Abbiamo chiesto – si legge in una nota – la chiusura temporanea totale a tutela della salute dei dipendenti: laddove vi fosse la necessità di garantire articoli d’indispensabile utilità, abbiamo domandato comunque di ridurre fortemente le attività produttive».

Se la richiesta sarà ignorata, nelle imprese rimaste aperte sarà proclamato uno sciopero. «Infatti – prosegue il comunicato sindacale – l’aver inserito nelle attività di impresa da considerare essenziali una serie di produzioni di vario genere che di essenziale non hanno nulla depotenzia il decreto e crea l’effetto di ridurre ai minimi termini il numero di lavoratori che potranno rimanere a casa».

«La situazione comasca non è omogenea – spiega Giacomo Licata, segretario generale della Cgil di Como – perché ci sono alcune aziende del settore chimico e meccanico che hanno scelto di non chiudere e questo, secondo noi, è improprio in quanto ci sono produzioni che evidentemente non sono essenziali. Gli scioperi proclamati dalle singole categorie – prosegue Licata – hanno il sostegno di tutta la Cgil e ci auguriamo che possano essere utili per uniformare le scelte delle imprese».

Secondo Andrea Donegà, segretario della Fim Cisl Lombardia e commissario per la Cisl dei Laghi, «il decreto ha creato molta confusione: siamo in emergenza e la Lombardia non può essere trattata come le altre regioni. Sono necessarie – prosegue – misure dure per prevenire i nuovi contagi: devono fermarsi tutti coloro che non sono assolutamente strategici ma la scelta non può essere demandata alle singole aziende che inviano autocertificazioni alle prefetture».

Del resto, secondo Enrico Azzaro, segretario della Uilm Uil del Lario, «in alcune realtà facciamo fatica a mantenere tranquilli i lavoratori perché le persone hanno paura del contagio: nelle situazioni di emergenza è necessario fare scelte coraggiose e chiare per il bene di tutti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA