I soldi delle finte sponsorizzazioni
Così Pennestrì pagava le tangenti

Il denaro restituito in nero da due società sportive comasche finiva al direttore del fisco

Le generose sponsorizzazioni della Tessitura Attilio Imperiali alla Cittadella (195mila euro) e al Basket Como (97mila euro) sarebbero servite ad Antonio Pennestrì per accumulare una riserva di denaro in nero pari a centomila euro da utilizzare, in parte, per corrompere l’ex direttore dell’Agenzia delle entrate Roberto Leoni. Ci sarebbe un filo diretto tra le presunte sponsorizzazioni gonfiate alle società sportive dilettantistiche da parte di società - clienti dello studio Pennestrì - e la tangentopoli del fisco, che nel giugno scorso ha portato in cella i commercialisti, padre e figlio, con studio in via Auguadri, nonché l’ex direttore dell’Agenzia delle entrate di Como e il capo del team legale, Stefano La Verde.

A rivelare il riutilizzo a fini corruttivi di quella che, fino a ieri, nell’ipotesi della Procura era semplicemente una possibile frode fiscale, è lo stesso Antonio Pennestrì. Nel corso dell’interrogatorio con il pubblico ministero Pasquale Addesso, ormai un mese fa, l’ex presidente della Comense avrebbe ammesso di aver utilizzato lo stesso sistema che - vent’anni fa - gli era costato un patteggiamento per sponsorizzazioni gonfiate nel basket, con alcuni suoi clienti. E che le restituzioni di denaro in nero da parte delle società sportive sponsorizzate, sarebbero state utilizzate - in parte - per pagare i favori resi dal capo del fisco comasco, Roberto Leoni.

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