I volontari di don Roberto
testimoni in corte d’Assise

Tra 3 settimana il processo al killer di don Malgesini

Como

Non si ricostruirà soltanto l’aggressione. Non ci limiterà agli atti preparatori compiuti dall’assassino. Non ci sarà spazio esclusivamente per ricostruire gli atti d’indagine compiuti. Il processo a carico dell’omicida di don Roberto Malgesini che, fra tre settimane, comincia in corte d’Assise a Como, sarà anche un’occasione per ricordare il sacerdote ucciso. E, soprattutto, per ripercorrere i suoi passi in vita, quei passi percorsi sempre e senza eccezione alcuna accanto a quelli che la società chiama “gli ultimi”, i migranti, i poveri, gli emarginati.

La lista dei testimoni

La Procura di Como ha depositato formalmente la lista dei testimoni che dovranno comparire in aula, nel corso del processo a carico di Ridha Mahmoudi, 53 anni tunisino, formalmente irregolare anche se ha trascorso in Italia oltre metà della propria esistenza, che rischia una condanna all’ergastolo per aver accoltellato a morte don Roberto, la mattina del 15 settembre dello scorso anno.

Complessivamente i testimoni dell’accusa chiamati in aula sono 33. Si comincia da chi quella mattina ha visto l’omicidio, tra loro anche un migrante ospite della parrocchia di San Rocco tra i primi a prestare soccorso a don Malgesini. Quindi i carabinieri che si sono visti arrivare, sanguinante, l’omicida in caserma che quasi ha rivendicato il delitto appena commesso. Ovviamente saranno chiamati a testimoniare i poliziotti della squadra mobile, che hanno condotto l’indagine - coordinati dal pubblico ministero Massimo Astori - e il medico del pronto soccorso del Sant’Anna che ha medicato Mahmoudi dopo il delitto.

I volontari

Ma la Procura sembra interessata anche a ripercorrere le tappe che hanno preceduto l’omicidio. Ovviamente quelle toccate dal killer, in particolare i rapporti con i vari avvocati (soprattutto con i fratelli Rusconi, che Mahmoudi ha detto di aver cercato perché voleva morti prima dell’aggressione a don Roberto). Ma anche le tappe della vita di don Malgesini.

Almeno quattro i volontari che hanno condiviso gli ultimi anni di vita in strada con il sacerdote; ma anche i ragazzi che lui ha aiutato prima e con i quali poi ha lavorato per portare soccorso agli emarginati.

Infine il pubblico ministero convocherà in aula anche alcuni consulenti, tra cui lo psichiatra che ha condotto una serie di incontri con Mahmoudi escludendo a suo carico vizi di tipo psicologico.

Un processo a senso unico o quasi, rischia di essere. Con l’imputato ampiamente reo confesso. Per l’avvocato Davide Giudici, difensore d’ufficio, un compito arduo da un lato perché di spazi di manovra ve ne sono davvero pochi, dall’altro perché ad oggi il suo assistito ha dimostrato di voler tutto tranne che essere difeso e aiutato.

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