Iaconianni assolto dall’accusa di usura
Per il giudice «il fatto non sussiste»

L’avvocato comasco, presidente della Federazione italiana motonautica, è innocente. Si limitò a partecipare a un’operazione finanziaria nella certezza di fare un investimento

L’avvocato Vincenzo Iaconianni, comasco, 63 anni, presidente della Federazione italiana Motonautica, è stato prosciolto dall’accusa di usura al termine di una lunga indagine della Procura della Repubblica di Como. Il giudice dell’udienza preliminare Maria Luisa Lo Gatto ha pronunciato questa settimana sentenza di non luogo a procedere, «perché il fatto non sussiste».

L’accusa, lo ricordiamo, era quella di avere addirittura prestato 50mila euro all’imprenditore Angelo Tria in cambio della promessa di vedersi restituire, nel breve volgere di due mesi, la somma di 175mila euro, con un tasso di interesse che, calcolatrice alla mano, sarebbe cresciuto fino alla percentuale “monstre” del 9.500% su base annua (la legge consente una soglia massima del 19,5%). Non solo: in una fase iniziale dell’inchiesta, si era anche ipotizzato che a titolo di ulteriore garanzia del suo credito Iaconianni si fosse fatto intestare anche un appartamento in via Sinigaglia, sottoscrivendo un preliminare di vendita che attestava l’avvenuto pagamento di una somma mai corrisposta. A distanza di un anno questa interpretazione è venuta meno, così come poteva già intuirsi dopo la prima richiesta di archiviazione opposta dalla parte civile. È emerso che il presidente della Federazione italiana Motonautica, lungi dal pensare a una forma di prestito a usura, era stato convinto a partecipare a una operazione finanziaria il cui scopo sarebbe stato quello di “sbloccare” una somma di gran lunga superiore a quei 50mila euro congelata all’estero.

«L’avvocato Iaconianni - scrive il suo legale Massimo Di Marco in una memoria difensiva - partecipò all’operazione nella certezza di fare un investimento, dopo aver espressamente e in più occasioni richiesto alla controparte delucidazioni circa la natura e le ragioni della consegna del denaro e dopo essere stato da lui rassicurato che non si trattasse di un prestito».

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