Il defibrillatore del Comune di Como?
Da undici anni in un armadio

Si trova all’interno di un ufficio, non segnalato. E manca il responsabile. L’altro apparecchio, donato a Natale, non è pronto. Show di Rapinese in consiglio

C’è un apparecchio salva vita a Palazzo Cernezzi, ma dal 2007 si trova in uno degli uffici del settore Anagrafe e non nell’apposita teca, quindi non è visibile e non è segnalato. Inoltre nessuno ha mai avuto formalmente l’incarico di verificarne il funzionamento. Si tratta di un defibrillatore, strumento che può rivelarsi fondamentale in caso di arresto cardiaco. Il Comune ha anche un secondo apparecchio, donato nel dicembre scorso per onorare la memoria del medico Alfredo Vanotti: non è ancora stato installato e al momento non si può utilizzare.

Sulla questione è intervenuto ieri sera in consiglio comunale Alessandro Rapinese, “armato” di una speciale scatola con tanto di sirena, proprio quella che servirebbe al Comune per posizionare in modo corretto il defibrillatore dimenticato per anni. «Abbiamo degli strumenti che possono salvare la vita delle persone, ma non sono rintracciabili - ha tuonato il consigliere di opposizione - A questo punto regalo io una teca, visto che la giunta è talmente sciatta da non aver risolto in 10 mesi nemmeno questo problema. Basta un trapano per fissarlo al muro, in un punto ben visibile». Rapinese è andato all’attacco anche pensando al ruolo rivestito fino a un anno fa dal sindaco Mario Landriscina (era responsabile del 118) e dall’assessore Elena Negretti (lavorava anche lei al 118).

Proprio Negretti replica: «Fin dalle prime settimane dopo l’insediamento mi sono occupata del tema. Ho scoperto che bisognava sistemare le batterie e gli elettrodi del defibrillatore situato all’Anagrafe ed è stato fatto. Acquisteremo la teca e la posizioneremo nell’atrio, subito dopo la porta a vetri, in modo che sia accessibile anche quando gli uffici sono chiusi. Manca un responsabile? Lo indicheremo a breve, potrebbe essere un dipendente che è già soccorritore della Croce Rossa. Quanto all’apparecchio donato a Natale, ci doteremo di una teca riscaldata e alimentata con la corrente visto che lo posizioneremo all’aperto, dal lato di viale Lecco. Bisogna fare la procedura con Areu per la certificazione. Intanto abbiamo deciso di far seguire il corso sull’uso del defibrillatore a una sessantina di dipendenti, compresi alcuni vigili. Entro luglio saranno pronti».

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