Il dirigente del fisco ammette
La corruzione è più ampia

Il funzionario dell’Agenzia delle entrate da martedì ai domiciliari ha coinvolto altri commercialisti

Como

La tangentopoli sul fisco potrebbe essere ben più ampia di quanto emerso fino ad ora. E potrebbe anche coinvolgere altri commercialisti, i cui nomi - al momento - non sono ancora emersi. A farlo sospettare è la segretazione (di fatto) di un atto solitamente “pubblico”: il provvedimento con cui il giudice delle indagini preliminari ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari per Pennestrì padre e figlio e accolto, invece, quella del capo del team legale dell’Agenzia delle entrate, Stefano La Verde (tornato a casa martedì, con tanto di braccialetto elettronico al seguito).

In quel provvedimento, infatti, si fa riferimento a rivelazioni esclusive, fatte dallo stesso funzionario del fisco, sul giro di mazzette negli uffici di viale Cavallotti. Una corruzione più ampia di quanto sospettato all’inizio e che coinvolgerebbe altri professionisti comaschi, sui quali ora potrebbero accendersi i riflettori della Procura e del nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza.

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