Il mistero del giovane di Rebbio
Forse precipitato e poi investito

La polizia stradale ha effettuato altri rilievi in via Paoli. Una nuova ipotesi: la caduta dall’alto. Venerdì mattina i funerali

Uno dopo l’altro i fotogrammi degli ultimi istanti di vita di Gaetano Banfi vengono montati a ritroso per capire la dinamica dell’incidente che la mattina di domenica è costato la vita al ventiduenne giardiniere di Rebbio. Un investimento da parte di un mezzo pirata, su questo almeno sono pochi i dubbi, ancora però avvolto nel mistero e per il quale la Procura procede per omicidio stradale a carico di ignoti.

Ieri gli uomini della Polizia stradale sono tornati sul luogo dell’investimento, in via Clemente XIII, per nuovi rilievi, sia sulla rampa dove alle 5.40 di domenica è stato trovato il giovane in condizioni gravissime (sarebbe morto di lì a un’ora), sia sulla strada immediatamente sopra, già via Paoli, alla ricerca di una ipotesi che si sta facendo largo: che il povero Gaetano possa essere precipitato, forse a causa di un malore, per finire sotto, in via Clemente XIII appunto, prima di essere arrotato da un mezzo di passaggio.

Siamo ancora a livello di ipotesi, ancora nessuna certezza in merito a questa ricostruzione, contro la quale cozza (apparentemente) la posizione del corpo di Gaetano al momento del ritrovamento da parte di un automobilista di passaggio: aveva la mano sinistra infilata nella tasca. Ma anche questo particolare non sarebbe del tutto incompatibile: forse il giovane ha cercato, quando ancora era cosciente, proprio il telefonino che teneva nella tasca dei pantaloni.

Poi lo ha travolto e lo schiacciato un mezzo di passaggio: impossibile per l’investitore non essersi accorto di aver urtato qualcosa. Sarebbe quindi opportuno per quest’ultimo, per evitare, in caso di identificazione, l’arresto per omicidio stradale, aggravato dall’omissione di soccorso, che si presentasse spontaneamente in Questura.

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