Il progetto Ticosa? Lo fa Novara
«Così rinasce un’area dismessa»

In Piemonte approvano un piano simile a quello di Officina Como «Spazio per l’innovazione, il modello è ComoNext». Mentre qui si litiga

Un’area che ritrova dalle sue radici la voglia di scommettere sul futuro. Con un polo della moda, campus e spazi per le startup, anche in collaborazione con ComoNext. Ma non si tratta dell’ex Ticosa e della proposta presentata da Officina Como al Comune per partecipare al bando della Fondazione Cariplo: il progetto che si appresta a diventare rapidamente realtà è quello delle ex Officine grafiche De Agostini, a Novara.

Qui l’intervento è dei privati, la società Og immobiliare e De Agostini spa. Il consiglio comunale della città piemontese giovedì ha approvato il progetto per la rigenerazione dell’area. Una svolta riportata dai quotidiani nazionali, anche perché è il primo progetto “Edutech”: dove si stampavano libri e atlanti per tutt’Italia, la tecnologia traccerà una nuova strada per la cultura.

Il sindaco di Novara Alessandro Canelli (centrodestra) spiega: «I privati hanno proposto all’amministrazione un piano di riqualificazione nell’area che da piano regolatore poteva essere tutta dedicata soltanto al residenziale». Per il primo cittadino l’occasione andava colta senza esitazioni, dialogando con associazioni e categorie: «L’amministrazione, vedendo le destinazioni ipotizzate, ha immediatamente caldeggiato questa soluzione, con gran parte degli spazi destinati al produttivo di nuova generazione».

Tra i momenti di ispirazione Canelli cita la visita avvenuta propria nel Parco tecnologico scientifico di Lomazzo: «Ci era piaciuto il progetto di riqualificazione del sito produttivo, come pure l’idea del trasferimento tecnologico e della creazione di un ecosistema. Proprio quello che vogliamo riproporre qui a Novara».

Questo sfruttando anche la crescita dell’università e la vicinanza a Milano, con un occhio al sito Expo. Nell’area si punta poi sul polo di alta formazione con Confindustria e Sistema Moda Italia: «Qui a Novara abbiamo importanti insediamenti ed è stato il settore stesso a dirci che ciò che mancava era il passo della formazione». Secondo Canelli il ruolo dell’amministrazione è quello di facilitatore. Nel caso specifico aiutare a far sì che l’area non venisse abbandonata.

Di qui l’ok da parte della maggioranza alla variante urbanistica parziale «per poter dare l’avvio a tutte le procedure di permesso di costruire». Tempi brevi, assicura Canelli, perché se l’ultimazione è prevista tra due anni e mezzo, tre al massimo, ci sarà un ingresso a poco a poco negli spazi.

Missione possibile, tra gli 800 e i 1000 posti di lavoro, guarda caso quelli attuali di ComoNext. E con il Parco lariano Novara vuole sviluppare una partnership su quest’area. Intanto si è approvata un’altra variante per un insediamento di logistica per l’e-commerce (600 posti di lavoro) e sono previsti passi legati a ospedale, ricerca e università.

Tante potenzialità condivise con Como. Ma le affinità finiscono qui. Perché il progetto di Officina Como al momento non è stato fatto proprio dalla maggioranza di Palazzo Cernezzi.

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