Il re delle truffe confessa dal carcere
«Sono malato di ludopatia, aiutatemi»

Alessandro Proto ammette di aver mentito e derubato una donna affetta dal cancro

Como

Il re delle truffe, l’uomo che si è autodefinito “l’impostore”, ammette di aver mentito, imbrogliato e derubato una donna malata di cancro. Ma davanti al giudice che lo ha interrogato, dopo l’arresto di mercoledì scorso da parte dei finanzieri del nucleo di polizia economica e finanziaria di Como, si giustifica: «Sono malato di ludopatia».

Prime ammissioni da parte di Alessandro Proto, immobiliarista e finanziere ma, soprattutto, affabulatore, vista la capacità di mettere in scacco decine di giornali nazionali e internazionali con clamorosi affari, da lui realizzati, in realtà completamente inventati.

Proto, che dopo i guai con la giustizia a Milano che gli sono costati processi e pene per truffa aggravata, manipolazione dei mercati e ostacolo alle autorità di vigilanza ha deciso di trasferire i propri interessi a Como, è stato prelevato mercoledì scorso dalla casa che aveva in affitto in via Diaz, in pieno centro storico. L’accusa, per lui, è di aver portato via, con una truffa che sa di crudeltà, 130mila euro a una donna del Milanese malata di cancro. A lei Proto aveva raccontato di aver appena perso una figlia di soli 10 anni proprio per tumore e, in conseguenza del lutto, avere un figlio ricoverato in ospedale causa un crollo psicologico.

Adducendo difficoltà economiche e persecuzioni da parte della giustizia elvetica, l’uomo - che aveva aperto un ufficio in via Giulini, sempre in città - era riuscito a farsi prestare 130mila euro in tre mesi senza mai restituire un solo euro.

I soldi erano poi finiti su alcuni conti gioco on line, facendo scattare per Proto l’accusa - oltre che di truffa aggravata - di autoriciclaggio.

Davanti al giudice Carlo Cecchetti, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, il finanziere milanese formalmente residente in Svizzera (ma le autorità elvetiche lo hanno da tempo espulso dal Paese) è stato costretto a confessare di non aver alcuna figlia morta di tumore né di avere figli ricoverati per problemi psicologici in alcuna struttura. Ha quindi ammesso di essersi inventato l’intera storia per poter far fronte a quella che lui stesso ha definito come una malattia: ovvero la mania del gioco d’azzardo.

Secondo la versione fornita nel corso dell’interrogatorio, Proto non riuscirebbe a contenere la propria ludopatia, che gli starebbe costando un’autentica fortuna. Il legale dell’uomo, al termine dell’interrogatorio, ha formalizzato la richiesta al giudice di poter concedere a Proto gli arresti domiciliari a casa del fratello. Un’istanza sulla quale il pubblico ministero Pasquale Addesso, titolare del fascicolo d’indagine, ha dato parere negativo in quanto - a suo giudizio - ancora concreto è il pericolo di reiterazione del reato e anche quello di fuga. Ma non solo: nel corso dell’arresto, mercoledì, i finanzieri comaschi hanno acquisito diversa documentazione che dovrà essere studiata. Anche perché durante l’inchiesta gli inquirenti hanno riscontrato una serie di movimenti sospetti, sui conti riconducibili a Proto, provenienti da numerose altre persone con causali quantomeno sospette. Da qui la necessità di approfondire l’indagine, con il rischio di inquinamento delle prove. 

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