Caso Salita Peltrera
Viola:«Mai preso tangenti»

Como, l’ex dirigente sentito ieri a Processo

L’ex dirigente del Comune di Como Antonio Viola non ci sta a passare per corrotto. E nella seconda parte del suo esame in Tribunale per il processo che lo vece imputato - assieme ad ex amministratori, a dirigenti ed ex dirigenti del Comune - per turbativa d’asta e falso nell’ambito della vicenda paratie e corruzione per la questione Salita Peltrera, dice chiaramente di non aver mai preso tangenti da nessuno. Né, tantomeno, dall’architetto Roberto Ferrario (che quell’accusa di corruzione ha già patteggiato) per il progetto di allargamento della stretta stradina che conduce a un edificio abbandonato e rifugio, per anni, di sbandati e clandestini.

«I 3mila euro avuti da Ferrario? Erano per un incarico professionale ricevuto su Salita Peltrera quando già ero in pensione e non lavoravo più in Comune» ha detto Viola. Il quale ha anche spiegato - concetto ribadito (anche se non testualmente) da un altro paio di testimoni, tra cui l’ex assessore Marcello Iantorno - che l’allargamento della strada «da parte del Comune era un intervento di pubblica utilità. Quello che ho fatto in questo procedimento amministrativo non ha nulla di strano, ma rientra nell’ordinaria attività di un dirigente e dei rapporti tra amministrazione e privati». Voce fuori dal coro, in tal senso, l’ex dirigente Roberto Laria, secondo il quale, in realtà, l’allargamento di Salita Peltrera non era affatto un lavoro di «pubblica utilità».

Viola, nel corso dell’esame da parte del suo difensore, l’avvocato Elisabetta Di Matteo, ha ovviamente anche affrontato il tema paratie cercando di approfondire i temi oggetto della contestazione della Procura. Al momento del controesame da parte di altri avvocati, è emerso un particolare finora inedito nell’inchiesta, ovvero due lettere inviate poco prima della pensione da Viola al responsabile del procedimento Antonio Ferro - una scritta subito dopo l’elezione a sindaco di Mario Lucini - in cui l’allora direttore lavori si lamentava dell’atteggiamento di Sacaim che «si rifiutava di fare gli interventi richiesti». Viola ha parlato di «muro invalicabile» riferendosi ai rapporti con la società e ha scritto nero su bianco che «l’azienda e inottemperante» rispetto agli interventi previsti dal Comune.n 
P.Mor.

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