Infopoint, mezzo milione buttato
Spallino “chiama” la Corte dei conti

«Mi stupisco - dice l’ex assessore della giunta Lucini - che nessuno abbia mai preso in considerazione il fatto che vanificare un progetto da 450mila euro possa essere materia da Corte dei conti»

Como

«Mi stupisco che nessuno abbia mai preso in considerazione il fatto che vanificare un progetto da 450mila euro possa essere materia da Corte dei conti».

A Lorenzo Spallino, ex assessore all’Urbanistica nonché avvocato, proprio non è andato giù il trasferimento dell’infopoint inaugurato al Broletto nell’estate del 2015 e trasferito nella poco visibile piazza Albertolli dall’estate del 2018.

«Avevamo fatto una gara, un concorso per la progettazione, incassando dalla Regione una grande somma di denaro pubblico stanziato ad hoc - ricorda l’ex assessore – e il Comune ci aveva aggiunto altre risorse dalle proprie casse. Avevamo fatto arrivare fibra e wi-fi, la piazza ci girava attorno. Era una bella vetrina. Avevamo installato uno schermo che con il movimento delle persone, di braccia e mani, creava un’interazione per ricevere istruzioni e offrire informazioni... Chissà dov’è finito e chissà dove sono finiti i pannelli grandi su cui venivano proiettati i commenti relativi a Como che turisti e visitatori pubblicavano sui social. Un lavoro fatto con il Politecnico e con Tim. C’erano anche le addette madrelingua per gli stranieri. Poi niente, hanno buttato via tutto soltanto per dimostrare una discontinuità con la precedente amministrazione. Senza una scusa, senza un ripensamento, gettando via un mucchio di soldi. Hanno spostato l’infopoint in un luogo oggettivamente poco felice. Sono deluso e ho una gran voglia di scrivere alla Corte dei Conti».

Oggi il Broletto è vuoto e buio, non c’è nemmeno un cartello dentro alla vetrina. Sempre a proposito di infopoint non lontano, alla stazione di San Giovanni, c’è un servizio per turisti prigioniero di un cantiere per riqualificare la stazione che è fermo da più di un anno.

«Avevamo stipulato un accordo nel 2015 con le Ferrovie – racconta Spallino – per ripensare San Giovanni sul modello della stazione Centrale di Milano. Con il recupero delle aree, nuovi servizi e spazi commerciali. Il risultato è lì da vedere, non mi pare che l’attuale amministrazione comunale si sia spesa molto. E non si dica che il ritardo è per colpa del Covid... Suvvia, è chiaro che alle Ferrovie come al Comune il futuro di San Giovanni non interessa affatto. Adesso la stazione è depotenziata, i turisti scendono nel nulla, senza mezzo servizio e con al massimo fuori dalle porte della fermata la camionetta della polizia».

In piazza Cacciatori delle Alpi l’amministrazione con un progetto dell’università dell’Insubria doveva costruire un infopoint sulle ceneri dell’antico porto romano, dove le acque del lago lambivano all’epoca le rive. Anche quel servizio per rendere bella la città è rimasto incompiuto.

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