«Io, perseguitata dal mio ex marito
Ora il femminicidio mi mette paura»

La Procura revoca una richiesta di archiviazione per un caso di maltrattamenti - Lei è un medico madre di famiglia: e ha scritto una lettera per raccontare il suo incubo

Como

La Procura della Repubblica di Como ha deciso di revocare una richiesta di archiviazione inoltrata qualche mese fa in relazione a un caso di presunti maltrattamenti, sul presupposto che non sussistessero elementi sufficienti a sostenere in giudizio le accuse nei confronti dell’indagato, un padre di famiglia evidentemente molto violento nei confronti della ex moglie.

Il contenuto della lettera

La vicenda sta suscitando una certa eco in conseguenza della pubblicazione da parte del Corriere della Sera di una lettera di lei, comasca, di professione medico oltre che madre di famiglia. I contenuti della lettera rappresentano la perfetta esegesi di decine di storie di violenza tutte sempre drammaticamente uguali, storie di uomini incapaci di accettare la fine di una relazione e per questo sempre più minacciosi, più violenti - anche in senso puramente fisico - più ossessionati e proporzionalmente più pericolosi, come dimostrano i tanti epiloghi fatali le cui vittime sono sempre ex mogli ed ex fidanzate (oltre che, in qualche caso, anche i figli, vedasi in proposito la cronaca più recente).

«Spero di non diventare l’ennesimo titolo sul giornale, l’ennesimo femminicidio», ha scritto la dottoressa, che ha anche riassunto alcune delle dinamiche caratteristiche di questo genere di rapporti, a cominciare dalla tipicità di un atteggiamento remissivo e accondiscendente da parte dell’ex compagno, che si presenta ciclicamente alternandosi a fasi in cui è la violenza a prevalere in un eterno tira e molla il cui esito non è mai prevedibile. «“Non lo farò più”, e ci credi ma poi si ripete. Ho scoperto solo in un secondo tempo che la violenza si manifesta spesso con questa modalità, alterna fasi di serenità da luna di miele ad azioni aggressive».

Nel caso in questione, la Procura sembrava aver raccolto qualche elemento, a cominciare da una denuncia relativa a un tentativo di tracciamento degli spostamenti che l’ex marito avrebbe eseguito tramite tecnologia gps, e con esso anche un tentativo di “captazione” delle conversazioni tra lei e il suo avvocato, tramite l’utilizzo di un registratore nascosto in una borsetta. A spingere la Procura di Como a riaprire le indagini sarebbero stati alcuni nuovi elementi raccolti dall’ex, spaventatissima moglie, almeno in un’occasione finita anche al pronto soccorso.

I “Codici rossi” in Procura

Sul tema dei cosiddetti “codici rossi” in Procura a Como c’è comunque - e non da ieri - una certa attenzione. Lo testimonia un dato: dall’estate 2020 all’estate 2021 sono state 77 le richieste di arresto a carico di altrettanti soggetti indagati per il reato di maltrattamenti in famiglia, provvedimenti restrittivi che si aggiungono a quelli - forse anche più frequenti - del cosiddetto “divieto di avvicinamento”.

Purtroppo non sempre la minaccia di un arresto basta a interrompere certe pericolose “rincorse”, che iniziano sempre da una separazione, senza che nessuno sia in grado di prevedere con certezza quale possa essere il loro epilogo.

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