«La centrale 112 non va
si perde troppo tempo
Torniamo al vecchio 118»

Il presidente nazionale del sistema 118 mette sotto accusa il numero unico per i tempi di risposta troppo lunghi. Ma per i nostri addetti ai lavori i il sistema funziona

Secondo Mario Balzanelli, direttore della Centrale operativa 118 di Taranto e presidente della Società italiana sistema 118 (Sis) il numero unico europeo 112 non funziona. I tempi di risposta sarebbero troppo lunghi, ci sarebbero chiamate che vengono lasciate in attesa ed errori nello scambio di informazioni. Da qui la proposta rivolta al ministro della Salute, Giulia Grillo, di ripristinare la chiamata diretta al 118 per gli interventi di tipo sanitario.

Disguidi, anche sul territorio comasco, sono stati, in diverse occasioni, segnalati dai cittadini. Tragico quello dell’ottobre 2013, quando un’ambulanza fu inviata per errore in viale Masia anziché in via Castel Carnasino, dove poi a distanza di ore fu trovato morto un uomo colpito da infarto. Quell’uomo sarebbe morto comunque, stabilì qualche giorno dopo l’autopsia. Ma le polemiche più o meno sotterranee sull’efficienza del “centralino laico” a cui finiscono tutte le chiamate, una volta indirizzate direttamente a polizia, carabinieri, vigili del fuoco e servizio di emergenza sanitaria, non si sono mai sopite. Il centralino laico, infatti, una volta raccolta la segnalazione la deve smistare, con conseguente aggravio di tempi e rischi di confusione. Un problema comune a diversi Paesi europei. In alcuni, invece, a gestire tutte le chiamate è già una centrale interforze; altri ancora adottano il vecchio sistema.

Alla polemica rinfocolata da Balzanelli risponde Alberto Zoli, il direttore di Areu, l’azienda regionale che gestisce in Lombardia il servizio di emergenza e urgenza sanitaria. L’ipotesi di tornare indietro gli pare una follia. «I detrattori, i critici - sottolinea - partono con un problema, la non conoscenza dei dati e la scarsa o nulla capacità, o volontà, di andare a vedere come era prima il servizio e come è adesso. Io dico che il 118 non ha perso dall’introduzione del 112, il numero unico». «Non abbiamo avuto, in questi anni, casi gravi né numericamente né per criticità. La storia della perdita di tempo è infondata. Abbiamo due passaggi? Ok ma parliamo di un passaggio, il primo, che mi permette di recuperare tempo nel secondo passaggio. Prima avevamo chiamate che andavano perse, oggi se qualcuno interrompe prima della risposta, l’operatore lo richiama almeno due volte, abbiamo la traduzione simultanea in 14 lingue, l’accesso per i sordomuti ma soprattutto c’è sempre la risposta”. Quanto ai tempi di arrivo dei mezzi di soccorso si parla di «8 minuti in media in area urbana e di 12 minuti in media in area extraurbana».

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