La città dei divieti
I commercianti:
«Regole da rivedere»

Il dibattitoConfesercenti: «Sì alla tutela del decoro Ma alcune regole sono liberticide. Ripensateci» L’ex comandante dei vigili: «Applicazione difficile»

Il tema della limitazione alle libertà individuali, in nome della convivenza civile, è l’oggetto di qualsiasi Regolamento di polizia locale, e non solamente di quello di Como in discussione da ieri sera in consiglio comunale.

Il documento all’attenzione dei consiglieri comaschi contiene norme che i soggetti a cui sono rivolte non esitano a definire “liberticide”.

Il caso è stato sollevato da Confesercenti, che ne chiede la modifica laddove vede una chiaro ostacolo alle attività dei commercianti comaschi. Il riferimento è al divieto di volantinaggio e alla previsione di sanzionare, nell’impossibilità di individuare il responsabile, il beneficiario del messaggio veicolato.

Ieri, proprio nel giorno in cui in consiglio comunale è stato avviato il dibattito che precede il voto, il presidente di Confesercenti Claudio Casartelli ha diffuso una nota per richiamare l’attenzione sul problema: «Ci sembra eccessivo e liberticida vietare in toto la possibilità di effettuare volantinaggi sugli autoveicoli e nelle cassette delle lettere. La pubblicità è una delle anime del commercio: la sua regolamentazione non può trasformarsi in divieto. La pubblicità non può essere limitata ai soli canali mediatici. Le imprese hanno la necessità di portare a conoscenza del consumatore finale le offerte e le caratteristiche dei prodotti in vendita: sarà il consumatore in piena e assoluta libertà a decidere se procedere all’acquisto, chiedere approfondimenti o ignorare del tutto la comunicazione».

«Non posso che convenire, la pubblicità è l’anima del commercio, se limitiamo la possibilità di comunicazione da parte dei soggetti economici, di fatto limitiamo la libertà d’impresa» gli fa eco Graziano Monetti, direttore di Confcommercio. «Peraltro, di questi tempi sarei più preoccupato da altre forme più aggressive e subdole, come il telemarketing o l’on line» conclude Monetti.

La questione dunque non è solo politica, nel senso che non investe soltanto i gruppi consiliari presenti a Palazzo Cernezzi: anche le cosiddette “categorie”, vogliono intervenire per far presente le proprie esigenze.

Ma il nuovo regolamento presenta anche punti di debolezza: l’accertamento delle violazioni, che in soldoni significa l’applicazione, appare in molti casi difficile, se non impossibile: «È in effetti un problema che investe tutti i regolamenti e non solo questo - dice l’ex comandante della polizia locale Vincenzo Graziani - E pure quando la violazione è stata accertata e la sanzione elevata, riscuoterla poi è un’altra impresa. Ma questo dipende non dallo stesso regolamento, ma dagli strumenti che la legge ci mette a disposizione». «Le norme sono fatte di precetti e di sanzioni. Se un regolamento pone nuovi precetti, si deve pensare poi che le sanzioni siano effettivamente applicabili. Altrimenti si rischia di emettere delle grida, senza alcuna efficacia»: l’avvocato Mario Lavatelli, amministrativista comasco, interviene nel dibattito aperto sul nuovo regolamento di polizia locale.

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