La Marcia Perugia - Assisi
sarà dedicata a don Roberto

DIOGENE / La Marcia della Pace quest’anno in memoria del sacerdote ucciso a San Rocco

La prossima marcia per la Pace da Perugia ad Assisi sarà dedicata a don Roberto Malgesini e a Willy Monteiro Duarte.

La decisione è stata presa la settimana scorsa: l’evento più famose e importante dedicato alla pace, capace di raccogliere ogni edizione decine di migliaia di persone, avrà al centro la memoria e l’azione del sacerdote ucciso a San Rocco il 15 settembre e il giovane ucciso a botte a Colleferro. Appuntamento già fissato domenica 11 ottobre.

La catena umana

«Non soltanto don Roberto Malgesini sarà al centro della Marcia - spiega Mario Forlano, presidente del Coordinamento comasco per la Pace – ma dal palco, di fronte al sacro convento d’Assisi, interverrà don Giusto della Valle», parroco di Rebbio. «Del resto, chi meglio di lui può portare una testimonianza coerente dell’impegno e del servizio portato avanti per anni da don Roberto?».

Quest’anno, però a causa della pandemia, l’organizzazione sarà diversa. Così, per la prima volta, la manifestazione si trasformerà in una catena umana lunga venticinque chilometri, la distanza che separa Perugia da Assisi. Sono attese, quindi, oltre diecimila mila persone, con un distanziamento di almeno due metri e unite da un filo, con i colori della pace, stretto fra le mani dei partecipanti.

«Il Comune – aggiunge Forlano – è ancora aderente al coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani, al coordinamento Comasco per la pace e la città si definisce messaggera di pace. Quindi, coerentemente, dovrebbe essere sensibile a questi temi. Inoltre, poiché la “marcia” è dedicata a un sacerdote operante a Como, spero l’amministrazione decida di partecipare attraverso un proprio rappresentante. Non voglio essere polemico, è solo un auspicio».

La storia

La prima marcia si svolse il 24 settembre 1961 su iniziativa di Aldo Capitini e voleva essere un corteo nonviolento che testimoniasse a favore della pace e della solidarietà dei popoli. Capitini prese spunto dai pacifisti anglosassoni che, nel 1958, guidati dal filosofo Bertrand Russell, si radunarono ad Aldermaston per una protesta antinucleare. Ad Assisi sfilarono circa 20mila persone tra cui Arturo Carlo Jemolo, Guido Piovene, Renato Guttuso ed Ernesto Rossi. In prima fila accanto a Capitini, Andrea Gaggero, Giovanni Arpino e Italo Calvino.

Per il comitato organizzatore, il filo che unirà le persone simboleggia l’impegno a tessere nuovi rapporti umani e a costruire una società nuova e un’altra economia basati sulla cura di tutti e dell’ambiente. La giornata di domenica sarà preceduta dal Meeting nazionale “Time for Peace, Time to care” che si svolgerà a Perugia e in tante altre città italiane il 9 e il 10 ottobre e che toccherà varie tematiche legate all’ambiente, alla non violenza, allo sviluppo sostenibile.

«Questa marcia - spiega Flavio Lotti, portavoce della Tavola della pace - vuole essere una forte assunzione di responsabilità, di coraggio e fatica per proporsi di far qualcosa per la pace nella propria quotidianità. Per tre giorni, prima della marcia, si ragionerà anche sulle sfide dei tempi odierni, come, ad esempio, i duecento miliardi di euro di fondi europei, sul come spenderli per la costruzione di un mondo più bello e solidale».

La marcia si svolgerà una settimana dopo la visita di papa Francesco ad Assisi e la firma della sua nuova enciclica: “Fratelli tutti”.

«Verrà certamente un nuovo invito – conclude Lotti - soprattutto ai giovani a costruire una economia che non uccida e un patto educativo globale. Appena passate le riaperture delle scuole dopo il dramma del Covid, dobbiamo prenderci la responsabilità personale di formare le coscienze e non solo delegare la scuola».

© RIPRODUZIONE RISERVATA