«La mia vita da capotreno
in mezzo ai tossici»

Dopo la doppia aggressione, la testimonianza di un capotreno in servizio sulle linee comasche «Vanno nei boschi, prendono la dose, si chiudono in bagno e non escono più»

I tossici viaggiano sul treno. Si drogano sul treno. Scendono dal treno barcollanti, quando non si addormentano sui sedili. L’eroina è tornata, si compra nei boschi, si inietta in carrozza. Sulla stessa carrozza dove viaggiano studenti, mamme, nonne e bambini.

C’è chi li ha visti in diretta, con i figli al seguito. Il ragazzo sale, veloce come un ladro, tenta di aprire la porta del bagno, la porta è chiusa, arriva il controllore, il ragazzo scappa. C’è chi ha visto di peggio, il ragazzo arriva veloce come un ladro, gli occhi cerchiati, le pupille dilatate, entra in bagno e non esce più. Non sono sempre ragazzi, possono anche avere dai 25 a 50 anni, ma sono tutti schiavi dell’eroina.

I capo treno li vedono tutti i giorni. E non possono farci niente. Il treno in certi orari è pericoloso. Non è solo una cosa che dicono tutti è una realtà. La doppia aggressione al capotreno è solo la punta di un iceberg che rovina il viaggio in treno e la reputazione a un’azienda che sta facendo di tutto per il problema sicurezza. Lo racconta un capotreno, del quale omettiamo le generalità per tutelarlo nei confronti dei malintenzionati che deve affrontare ogni giorno. «Fino a due anni fa si viaggiava bene - racconta il capotreno -. C’erano i pendolari, studenti, signore, lavoratori, il solito tran tran. Ma adesso il “Como” è peggiorato tantissimo»

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