L’anno peggiore dal dopoguerra: la pioggia non basta per il livello del lago

Siccità A rivelarlo è Luigi Bertoli, direttore del Consorzio dell’Adda: le rilevazioni sono iniziate nel 1946, ma i dati del 2022 sono i peggiori

Como

I 23 millimetri di pioggia caduti in media tra domenica 3 e 4 luglio, soprattutto nei Comuni rivieraschi, hanno giovato alla causa del livello del lago, anche se - per dirla con le parole del direttore del Consorzio dell’Adda, Luigi Bertoli - «l’anno in corso resta sin qui il peggiore dall’inizio delle rilevazioni». Ovvero dall’immediato dopoguerra a oggi, se si considera che le prime rilevazioni furono realizzate nel 1946. Dopo il meno 30 sotto lo zero idrometrico, il livello del lago ha riguadagnato nei primi giorni della settimana una minima parte del terreno perduto, anche se la situazione resta complessivamente molto difficile. Nel tardo pomeriggio di lunedì 4 luglio il Lario si attestava a meno 27,7 centimetri sotto lo zero idrometrico, dopo che di buon mattino aveva raggiunto i 28,6.

Siamo comunque a un metro e 28 centimetri sotto la media stagionale e questo la dice lunga sulla situazione di “allarme rosso” che stanno vivendo rive, sponde, moli, porticcioli, diportisti (con circa un terzo dei posti barca ad oggi inagibili) nonché le darsene, senza dimenticare le difficoltà in fase di ormeggio per i natanti della NaviComo.

E le previsioni non promettono nulla di buono per la settimana a venire. Qualche temporale potrebbe cadere nel tardo pomeriggio di mercoledì, ma poi torneranno il caldo e il cielo sereno. E, soprattutto, la siccità. Stando alle previsioni non vedremo più un goccio d’acqua almeno fino a lunedì prossimo.

Per monitorare quotidianamente le condizioni del lago è possibile consultare il sito degli Enti regolatori dei grandi laghi.

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