La tangente per lo sconto fiscale
«Decisa a cena a casa Taborelli»

La confessione di Antonio Pennestrì: pagati 50mila euro all’ex direttore delle Entrate

L’amicizia con Pennestrì costa cara a Mario Alberto Taborelli e al fratello, finiti sotto accusa per corruzione nell’ambito della tangentopoli comasca sul fisco. L’inizio dei guai per i due imprenditore tessili, infatti, coinciderebbe - secondo l’accusa - con l’invito a cena da parte dell’ex parlamentare ad Antonio Pennestrì. Una cena a cui sarebbe stato presente anche Ambrogio Taborelli e nel corso della quale, tra una portata e l’altra, la conversazione sarebbe caduta sulla verifica fiscale che l’Agenzia delle entrate aveva fatto ai danni della Taborelli, con una contestazione ampiamente superiore ai 100mila euro.

Nel corso di quella cena Pennestrì si sarebbe fatto avanti, da buon amico, per offrire i propri servizi affinché il grattacapo tra la tessitura Taborelli e l’Agenzia delle entrate si risolvesse con i minori danni possibili per l’azienda. Peccato che il “sistema Pennestrì” (come lui stesso lo ha definito in diverse intercettazioni ambientali, catturate dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Como) contemplasse una strada e una soltanto: pagare l’amico direttore del fisco comasco, Roberto Leoni. In sintesi: corromperlo per poter ottenere uno sconto sulla “multa” da pagare. Prezzo della tangente: 50mila euro.

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