La tragedia di Gravedona
L’istruttore di kite rischia 12 anni

La Procura ha chiesto l’arresto in carcere per il giovane che ha travolto e ucciso l’uomo di Musso. Da cinque anni girava con la patente sospesa

Dalla sera di lunedì 24 gennaio Maicol Canton, il giovanissimo istruttore di kite surf a Dervio con casa a Gera Lario (ancorché residente formalmente a Porcia, in provincia di Pordenone), si trova in una cella del carcere del Bassone. Nel pomeriggio i sanitari dell’ospedale di Gravedona, dov’era ricoverato per un lesione al volto (rimediata nell’incidente in cui Giorgio Civetta, 64 anni di Musso, ha perso la vita) hanno dato il via libera al trasferimento. E in carcere il giovane di 26 anni, accusato di omicidio stradale pluriaggravato, rischia di restarci anche nei prossimi giorni se il giudice delle indagini preliminari che lo interrogherà martedì 25 gennaio accoglierà la richiesta del pubblico ministero, Massimo Astori.

La Procura non ha dubbi: Canton deve restare in custodia cautelare in carcere. Troppo concreto il pericolo di reiterazione del reato da parte di chi ha travolto e ucciso l’incolpevole Giorgio Civetta, uscito dalla pizzeria dove lavorava a Consiglio di Rumo per buttare la spazzatura e scagliato nel torrente dall’arrivo della Subaru Impreza guidata dal giovane istruttore di kite, auto finita dritta in curva e che ha urtato due vetture in sosta prima di piombare sulla sfortunata vittima. Pericolo di reiterazione del reato, ha motivato la Procura, legato al fatto che sono ormai cinque anni che il giovane originario di Pordenone, ma che fin dal 2019 si è trasferito in alto lago, gira in auto pur senza avere la patente.

La licenza di guida gli era stato sospesa nel 2017 quando, nel corso di controlli, era stato trovato con un paio di grammi di marijuana. Sanzione amministrativa, nulla di penale, ma che prevede la sospensione della patente, la cui restituzione è legata a una serie di esami tossicologici necessari per dimostrare di non essere più assuntore di sostanze stupefacenti. Ma nel 2018, agli esami medici, Canton non si presenta. E nel 2020 gli agenti della polstrada di Como lo sorprendono a guidare un’auto nonostante la sospensione. Da qui la proposta di revoca della patente, diventata effettiva nel settembre 2021 quando il prefetto di Como ha firmato il provvedimento.

E nonostante questo il giovane, nella notte del 22 gennaio, si è messo alla guida della Subaru del padre. E lo ha fatto - contesta la Procura - con l’aggravante dello stato di ebbrezza (il pretest, da confermare, avrebbe evidenziato un tasso alcolemico tra il doppio e il quadruplo del limite massimo) e della sospetta positività ai cannabinoidi (anche qui la contestazione dovrà essere confermata da un esame di laboratorio, atteso a breve). Codice penale alla mano con tutte queste aggravanti - se confermate - il giovane rischia fino a 12 anni di reclusione e la revoca della patente fino all’età di 40 anni.
(P.Mor.)

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