La truffa del pellet corre anche sul web: paghi in anticipo e il venditore scompare

La denuncia Indagini della polizia su offerte molto vantaggiose che nascondono raggiri - L’impennata dei prezzi alimenta circuiti alternativi che spesso sfuggono al controllo

La polizia postale aveva lanciato l’allarme addirittura a livello nazionale sul proprio sito Internet con la scritta enorme rossa “Alert”. Al centro dell’attenzione quella che è stata definita la “truffa del pellet”, nata dall’incredibile rialzo dei prezzi per questa stagione invernale. Ciò che un anno fa costava intorno ai 4 euro, oggi lo si può trovare a non meno di 12 euro, dunque tre volte tanto. E come sempre avviene in questi casi, i truffatori sono dietro l’angolo pronti ad approfittare di chi – alla ricerca su Internet di prezzi particolarmente favorevoli – rischia di farsi incantare da sirene che poi si rivelano raggiri.

Una signora ha pagato 70 sacchi circa 300 euro

Sono di questi giorni le prime segnalazioni giunte anche in provincia di Como proprio per questa ennesima truffa. Una signora, da quanto è stato possibile ricostruire, avrebbe pagato un bancale da oltre 70 sacchi di pellet (da 15 chili l’uno) intorno ai 300 euro, ovvero 4 euro al sacco. Ovviamente, dopo il pagamento chiesto in anticipo, nulla è stato più consegnato e l’interlocutore è scomparso nel nulla. Ma in queste ore, sempre alle forze dell’ordine cittadine, stanno aumentando anche le chiamate di chi, dopo aver visto prezzi particolarmente vantaggiosi, spesso intorno ai 5/6 euro, chiama per chiedere dritte in merito alla possibilità di trovarsi di fronte ad una truffa, ricevendo al riguardo risposte affermative. «Quando il vantaggio è troppo evidente c’è sempre da sospettare», dicono dalla polizia postale.

E del resto era stata proprio la Postale, con grande anticipo, ad avvisare in merito a questo problema: «In vista della stagione fredda, aumentano sul web i falsi siti di vendita di pellet a prezzi estremamente vantaggiosi – era stato riportato nell’Alert di cui abbiamo parlato - I truffatori, attraverso la creazione di pagine fittizie, garantiscono la fornitura di pellet a prezzi concorrenziali, richiedendo il pagamento anticipato tramite bonifico, su carta ricaricabile, senza poi recapitare la merce ordinata. Per evitare di incorrere in simili truffe, la Polizia Postale e delle Comunicazioni consiglia di verificare sul sito dell’Agenzia delle Entrate che alla partita Iva del venditore corrisponda un’azienda realmente esistente, che l’annuncio non sia stato già segnalato da altri utenti come fraudolento e che il profilo feedback del venditore abbia un gradimento elevato».

«Quando il vantaggio è troppo evidente c’è sempre da sospettare»

Tutto questo non è bastato alla signora comasca di cui abbiamo parlato, raggirata con un pagamento da 300 euro per non ricevere nulla in cambio.

Ma c’è anche un secondo fronte della truffa, ed è quello di chi chiede – con le stesse modalità, ma per essere più credibile - “solo” un anticipo e non il pagamento completo, salvo poi allo stesso modo non consegnare più nulla all’acquirente scomparendo nel nulla. I truffatori, insomma, sono al passo con i tempi e si adeguano a quelle che sono le esigenze dei cittadini per poi raggirarli. Un ulteriore problema, che per il momento a Como e provincia non pare ancora aver preso piede, è quello dei furti di legna già esplosi in altre realtà regionali, soprattutto a Sondrio. Ma legato a legna, pellet e all’utilizzo delle stufe come alternativa al gas c’è un altro il guaio cui i vigili del fuoco invitano a prestare attenzione, ed è quello legato all’utilizzo degli impianti che devono essere stati controllati e sottoposti ad una manutenzione periodica. «Prima di attivare un impianto che è fermo da un po’ – fanno sapere da via Valleggio – deve essere verificato il tiraggio della canna fumaria, rimuovendo eventuali nidi, tegole, oppure residui da combustioni precedenti. La manutenzione è fondamentale». Perché un impianto tenuto a regola d’arte non potrà mai dare problemi, e le verifiche fanno fatte subito, prima della prima accensione.

© RIPRODUZIONE RISERVATA