Le frane, un pericolo per 6.500 comaschi
Nel capoluogo sono a rischio 341 case

L’indagine: sono 34 i Comuni lariani nella “zona rossa”. Nel Comune di Como il 2% vive in luoghi considerati pericolosi - Val Cavargna e Alto lago le zone critiche della provincia

Un comasco su cento vive in una zona a rischio frana.

Un rischio “elevato” o “molto elevato”, come scrivono gli esperti dell’Ispra nell’ultimo rapporto sul dissesto idrogeologico, per 6.500 persone in provincia di Como.

Quasi tremila famiglie e un totale di 3.301 edifici (compresi 68 beni culturali) si trovano in aree pericolose.

Il dettagliatissimo dossier 2018 dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale fotografa anche la situazione dei singoli Comuni lariani e rivela che nella “zona rossa” ci sono 34 paesi, per lo più situati in Val Cavargna e nell’Alto lago ma non solo.

Se parliamo di rischio idrogeologico, il poco invidiabile record va al piccolo centro di San Nazzaro Val Cavargna, con 279 immobili e metà della popolazione in aree «a pericolosità da frana», seguono San Bartolomeo, Cavargna, Carlazzo, Valsolda e Garzeno. Rischio frane elevato anche per alcuni Comuni dell’Alto lago (a partire da Gera Lario, Dongo e Domaso), così come per Argegno e Colonno.

Un’altra classifica - elaborata da La Provincia in base ai dati di Ispra - si sofferma invece sul cosiddetto rischio idraulico, quello legato ai danni che potrebbero essere causati dai corsi d’acqua (mentre il rischio idrogeologico si riferisce più che altro a movimenti di terreni, ghiaia o altro materiale). E in questo caso il primato va ad alcune località del lago, se guardiamo la superficie considerata «a pericolosità idraulica elevata»: il 64% del territorio di Griante e Gera Lario, il 59% di Domaso, il 54 di Argegno, il 51% di Menaggio, e poi ancora percentuali alte per San Siro e Brienno. In classifica anche Campione d’Italia, probabilmente perché sotto il livello della pavimentazione del paese scorrono diversi corsi d’acqua.

Quanto alla città di Como, il dossier dice che il 6,4% del territorio va considerato «a pericolosità idraulica elevata» e poco più dell’8% «a pericolosità di frana» (con 341 edifici e 1.632 persone residenti nella “zona rossa”).

A livello provinciale la situazione si può sintetizzare così: 103 chilometri quadrati a rischio frana elevato o molto elevato, mentre 128 chilometri quadrati soggetti a rischio idraulico.

La cultura della prevenzione, sottolineano gli addetti ai lavori, fatica a diffondersi, eppure è questa l’unica strada da percorrere per evitare tragedie o comunque gravi danni ai centri abitati, situazione purtroppo vissute non di rado dai cittadini che abitano in provincia di Como. Incide la conformazione del territorio, senza dubbio, ma l’azione dell’uomo ha un ruolo tutt’altro che marginale nell’accrescere - quando invece dovrebbe mettere un freno - i rischi di frane e smottamenti.

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