Le zone a 30 all’ora non piacciono
«Follia, vogliamo il piano del traffico»

L’Associazione utenti della strada (Acus) replica al piano di estensione del limite preannunciato dal Comune di Como: «Giusto lo scopo di tutelare gli attraversamenti, ma non ha senso imporre i 30 all’ora su assi di scorrimento»

«Come sempre manca la concezione d’insieme, manca quel piano urbano del traffico e della sosta di cui questa amministrazione aveva promesso una nuova versione»: le zone a 30 all’ora proposte dal Comune, nella visione di Giuseppe Tettamanti, architetto urbanista e membro dell’Acus, l’Associazione civica degli utenti della strada, «peccano di mancanza progettualità: giusto lo scopo di tutelare gli attraversamenti, ma mi chiedo che senso abbia imporre i 30 all’ora su assi di scorrimento come la via Varesina, via Bellinzona, via Oltrecolle, o via per San Fermo, arterie che assolvono anche alla funzione di collegamento della città con i paesi vicini. Una follia che di fatto risulta inapplicabile».

Un altro aspetto che Tettamanti vuole sottolineare, «è l’assenza di una qualsiasi previsione che tenga conto della crescente pressione turistica sulla città: tante nuove attività che portano nuovi flussi di persone, che vuole dire più pedoni e più traffico. E l’amministrazione ne tiene conto? Non vedo una riga su questo aspetto. A Como è esploso il turismo, ma la città non è minimamente attrezzata ad accogliere nuovi arrivi».

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