Lega durissima con Fratelli d’Italia «Diciamo no alla politica dei ricatti»

Cantù Il segretario Maurizio Facchini: «Lontani dagli interessi personali che i Butti e gli Arosio vogliono imporre». Il sottosegretario Nicola Molteni: «Ma porte apertissime alla parte di FdI che vuole il bene della città»

Resa dei conti in casa centrodestra, una casa che ormai pare deflagrata. Tanto che non è tabù ipotizzare persino una fine anticipata per il mandato. E sarebbe la seconda volta di fila. Ad accendere la miccia Fratelli d’Italia, che ha lasciato la maggioranza che sostiene il sindaco Alice Galbiati dopo un braccio di ferro lungo e infruttuoso per ottenere un assessore.

Il che significa che ora l’equilibrio in consiglio è precario: Lega – sindaco compreso – Forza Italia, Cantù Sicura e l’ex capogruppo di Lavori in Corso Paolo Di Febo, arrivano a quota 13 voti. Le opposizioni e Fratelli d’Italia a 12. Ferma la reazione del segretario cittadino Maurizio Facchini: «Nel segno del rispetto del mandato elettorale, la Lega e le altre forze dell’attuale maggioranza combattono contro la politica del ricatto».

«Ci siamo liberati di un peso»

E, sull’addio dei quattro consiglieri meloniani aggiunge: «Oggi ci siamo liberati di quel peso che ha più volte imbrigliato e rallentato la nostra amministrazione, per cui i nostri obiettivi programmatici saranno ora più agevolmente raggiunti.Non tutti i mali vengono per nuocere».

Il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni lascia aperta l’ipotesi di poter ricucire, quantomeno con una parte di Fratelli d’Italia: «Mano tesa agli esponenti che abbiano voglia di ragionare e discutere per il bene della città. Porte apertissime».

Ma, in merito a questi due anni di difficile convivenza sottolinea che «da un anno e mezzo FdI vota col Pd. Quando hanno dovuto decidere se stare con il centrodestra o con l’opposizione hanno deciso di stare con l’opposizione. Io non voglio pensare che si decida di mettere a rischio un’amministrazione per un assessorato, questo è un pretesto dentro il quale ci sono dei personalismi. Le diplomazie regionali erano al lavoro per trovare una soluzione». Una politica «disfattista, di deresponsabilizzazione rispetto al governo della città. Ci sono tre progetti importantissimi per lo sviluppo futuro di Cantù: palazzetto, Canturina bis e De Amicis. Non è pensabile rischiare di perdere un anno e mezzo, con un commissariamento, in questa fase cruciale».

Il ko a Como, poi la rottura qui

Rottura che arriva dopo il risultato elettorale di Como, dove il candidato sindaco del centrodestra non è andato nemmeno al ballottaggio ma i meloniani hanno doppiato la Lega: «Questo agire – l’affondo di Molteni - questo politichese, è quello che porta poi i cittadini a votare Rapinese e Bizzozero. C’è spazio per tutti, ma dentro una maggioranza». Anche più tranchant Maurizio Facchini: «Dopo la loro sciagurata scelta del candidato sindaco a Como, dopo le spaccature amministrative scientemente volute in molti comuni del Paese oggi tocca alla nostra amministrazione fare i conti con le rivendicazioni, puramente personali, degli attuali consiglieri di FdI. Nella sostanza hanno dichiarato ce ne andiamo perché non ci danno la poltrona di assessore».

In questi due anni, attacca il segretario, «sono stati praticamente inutili all’amministrazione perché esclusivamente incentrati a far risplendere se stessi» e assicura «abbiamo lottato fino ad oggi e continueremo imperterriti la nostra battaglia per una nuova politica lontana dagli interessi personali che i Butti (ieri cercato senza successo per una replica, ndr), gli Arosio i Valeriano Maspero vogliono ancora oggi imporre: le ultime elezioni non hanno insegnato loro nulla».

Silvia Cattaneo
@Riproduzione riservata

© RIPRODUZIONE RISERVATA