L’errore del Comune nella causa paratie
Ha scordato di dare il progetto al giudice

L’ufficio legale contestava il lavoro dei professionisti, ma non ha depositato gli atti

Quando il Comune di Como ha deciso di aprire una vertenza con i progettisti originari delle paratie, lo ha fatto perché convinto che il loro progetto contenesse errori e omissioni gravi. Per questo si è presentato in Tribunale per chiedere che i professionisti venissero condannati a risarcire l’amministrazione dei danni causati da quei presunti errori. Peccato che si sia dimenticato di depositare al giudice il progetto contestato. E che «la mancata produzione degli elaborati progettuali» abbia reso «impraticabile un giudizio tecnico» da parte del Tribunale.

Il naufragio legale nella causa da 5 milioni intentata contro Ugo Majone, Carlo Terragni e Renato Conti, gli autori del progetto originario delle paratie, è figlio soprattutto di una banale dimenticanza. Il deposito, oltre i termini consentiti dal Codice, del progetto ha infatti reso impossibile la perizia chiesta dal Giudice di Como Sarah Gravagnola per accertare se le pretese del Comune fossero o meno fondate su elementi concreti.

Proprio per cercare di rimediare a questo errore, l’amministrazione, la scorsa primavera, aveva rimosso dall’incarico l’avvocatura comunale e affidato un mandato d’urgenza - costato 48mila euro - all’avvocato Lotario Benedetto Dittrich, un’autorità in tema di giustizia civile. Ma nonostante questo il giudice, alla fine, ha respinto la richiesta danni del Comune concludendo sull’inesistenza della colpa grave dei progettisti originari.

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