L’esperto: «Possibile rifare lo stadio»
Domani incontro tra Como e il Comune

L’architetto degli impianti di Roma e Venezia: «Contesto unico, sistemarlo è un vantaggio per tutti. Fondamentale il dialogo con il Comune»

«Intervenire su tutta l’area dello stadio, per portarla finalmente a un livello alto, come la città di Como meriterebbe». Lo pensa uno tra i più quotati project manager in Italia, Steven Scamihorn. Architetto americano, è ormai italiano – anzi comasco – d’adozione. Con la sua società, la milanese Bear Pm (guarda caso, si trova a due passi da San Siro), è un consulente tecnico per investitori stranieri che vogliono realizzare grandi opere in Italia. Per quanto riguarda il campo dello sport, sta seguendo la realizzazione degli stadi di Roma e Venezia.

Conosce bene anche il Sinigaglia, su cui ormai da settimane si discute rispetto alla possibilità di un profondo restyling, auspicato dal numero uno del Como Michael Gandler. «Ho riflettuto molto in questi anni – dice Scamihorn – e sono giunto alla conclusione che lo stadio di Como sia inserito in un contesto unico, che unisce un grande panorama, associazioni sportive e spazi per l’intrattenimento e il divertimento come i giardinetti e di interesse storico. Credo che una società interessata a intervenire sull’area farebbe un favore a sé stessa, perché dallo stadio potrebbe trarre profitti, ma anche alla città stessa».

Intanto il Comune accelera: domani, a Palazzo Cernezzi, è infatti previsto un incontro tra i vertici della società Calcio Como e una parte della giunta, per discutere della durata della concessione del Sinigaglia, al centro anche domenica di proteste da parte del tifo organizzato (due gli striscioni esposti in occasione dell’esordio casalingo). Se tutto andrà come previsto all’incontro dovrebbero prendere parte il ceo del Como Michael Gandler e i tre assessori alla partita, che sono, come noto, Francesco Pettignano (delega al Patrimonio), Marco Galli (sport) e Vincenzo Bella (assessore ai Lavori pubblici).

Più incerta la presenza del sindaco Mario Landriscina, mentre pochi dubbi sussistono sui contenuti: si lavora a una concessione della durata di 12 anni (sei più sei), tale da consentire all’attuale società di investire nel progetto di adeguamento strutturale dell’impianto sotteso all’intera operazione di acquisizione della società.

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