Liceo Volta: sarà una ripresa difficile
Solo metà in classe, gli altri a casa

Fino a ottobre niente lezioni al sabato. Solo i ragazzi delle prime a scuola tutta la settimana

I ragazzi del primo anno andranno tutti in classe, mentre gli altri anni saranno divisi a metà, fra chi starà a casa e chi si recherà a scuola. Le lezioni, invece, saranno su cinque giorni la settimana.

Il Volta ha deciso come ripartire a settembre: «Ovviamente - chiarisce il preside Angelo Valtorta - staremo attenti all’evoluzione della situazione epidemiologica: ogni decisione presa sarà riconfermata a ridosso dell’inizio».

Didattica mista

Per il primo mese, fino a metà ottobre, quando cioè dovrebbe terminare lo stato d’emergenza fissato dal governo, le lezioni si svolgeranno da lunedì a venerdì. Nel periodo antecedente al Covid, l’organizzazione oraria era su sei giorni. «La ragione – aggiunge il dirigente – è andare incontro all’indicazione di tenere il meno possibile i ragazzi sui mezzi pubblici, così da ridurre il rischio di contagio».

Tutte le classi del primo anno si recheranno quindi a scuola tutti e cinque i giorni, così da consentire agli alunni di prendere confidenza con l’istituto, i docenti e i propri compagni. Dal secondo al quinto anno, invece, si ricorrerà alla didattica mista, con la sezione divisa a metà fra chi sarà a distanza e chi in presenza, con una rotazione settimanale.

Da metà ottobre a fine novembre, qualora la curva epidemiologica si mantenesse stabile, aumenterà la percentuale di alunni a scuola. Si formeranno tre gruppi per classe e le presenze saranno alzate al sessantasei per cento, così da garantire a ogni ragazzo quattro settimane a scuola su sei.

Da dicembre in avanti, invece, dipenderà tutto dalla situazione contingente: «Potremo continuare con lo stesso schema – spiega Valtorta – oppure, secondo le necessità, tornare al cinquanta per cento. Beninteso, se si potrà, saremo felici di tornare al cento per cento con tutti gli studenti a scuola».

Per il biennio, le lezioni si svolgeranno dalle 8 alle 13, con due ore settimanali il pomeriggio, per tutti, a distanza.

Per il triennio scientifico, invece, la suddivisione prevedrà due giorni di lezione dalle 8 alle 13, tre giorni dalle 8 alle 14 e, anche in questo caso, le due ore pomeridiane, una volta la settimana, a distanza.

Per il classico, sarà invece un giorno da cinque ore, quattro da sei ore e sempre due ore a distanza settimanali e pomeridiane.

Su sessanta minuti, quindici saranno dedicati all’educazione alla cittadinanza attiva e alla salute: gli alunni arieggeranno l’aula, puliranno il banco e, a flussi controllati seguendo percorsi dedicati, andranno in bagno e alla macchinetta. In questo modo, si riuscirà a muovere tutti i ragazzi in maniera ordinata e senza creare assembramenti. Chi, invece, sarà collegato da casa, sfrutterà quell’intervallo di tempo per riposare la vista.

Capitolo ingressi: si accederà a scuola dalle 7.45 alle 8.05 da tre punti separati: via Cesare Cantù, via Carducci 4 e via Carducci 6. I collaboratori scolastici sorveglieranno le entrate e le uscite (anche quest’ultime scaglionate).

L’investimento tecnologico

Le modalità scelte dalla scuola necessitano un investimento economico nello sviluppo tecnologico, autorizzato dal consiglio d’istituto e dal collegio docenti.

«Stiamo mettendo la fibra, con una linea dedicata – precisa il preside – abbiamo acquistato delle piccole telecamere grandangolari con microfono direzionale. L’impegno di spesa non è indifferente, si aggira attorno ai ventimila euro. Saranno installate a inizio settembre: utilizzandole, si riuscirà a partecipare alle lezioni in maniera attiva anche da casa».

La speranza è il ritorno il prima possibile alla normalità. Ma, stante le condizioni attuali e il numero sempre in crescita dei contagi, è difficile pensare si riesca a risolvere a breve il problema dei contagi da Coronavirus.

«Il prossimo anno scolastico – conclude Valtorta – se uno studente ha anche solo il raffreddore, non potrebbe venire a scuola e dovrebbe restare a casa. Senza la didattica a distanza e la tecnologia adeguata, i nostri alunni potrebbero perdere troppe ore. Noi dobbiamo garantire il diritto allo studio e, al contempo, il diritto

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