L’idea: studenti in classe un’ora dopo
«Giusta ma difficile da applicare»

Ai presidi il progetto piace: «Si aiuterebbe il benessere dei ragazzi e il traffico»

Iniziare le lezioni alle nove? Un’idea con spunti interessanti, ma al momento, sul territorio, non è all’ordine del giorno, la sperimentazione portata avanti in alcune classi di un istituto superiore di Brindisi.

«L’idea è condivisibile - spiega il preside del Giovio Nicola D’Antonio - iniziare alle otto è devastante per il bioritmo dei ragazzi». Silvana Campisano, preside del Caio Plinio, sottolinea come non sia una novità l’ingresso in aula dopo le otto: «La proposta è interessante: se al centro del nostro lavoro mettiamo lo studente e il suo benessere, peraltro così dovrebbe essere, allora tutto ciò che aiuta ad avere un ritmo meno stressante è da sposare e agevolare. Per me è un argomento importante, infatti al Caio siamo stati i primi in centro a portare la settimana corta, con trentadue ore di lezione a settimana».

Per Vincenzo Iaia, preside della Ciceri, «spostare gli orari ed entrare dopo a scuola potrebbe favorire la mobilità urbana: in questo modo si eviterebbe la concentrazione alla stessa ora e si potrebbero distribuire i flussi in una fascia oraria più ampia. Ciò detto: per i ragazzi, entrare dopo significa anche uscire da scuola più tardi. Alla Ciceri abbiamo la settimana corta e, attualmente finiscono alle due. Se tornassero a casa un’ora dopo, inficerebbe anche sul tempo di studio pomeridiano».

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