Locatelli: «Io ministro
ma leghista di battaglia»

La comasca ha giurato davanti al presidente Mattarella. L’ingresso nel Governo, l’addio a Palazzo Cernezzi e una promessa. «Non cambierò stile di far politica, a Roma darò più peso al territorio»

Tailleur giacca e pantalone blu scuro (comprato ieri nel primo pomeriggio), Alessandra Locatelli ieri alle 18 ha giurato come ministro alle Disabilità e famiglia nelle mani del presidente della Repubblica Sergio Mattarella con accanto il premier Giuseppe Conte. Leghista della prima ora, 42 anni, dagli anni Novanta, ha sempre vissuto la militanza stando nelle piazze fino a diventare segretaria cittadina del Carroccio e, nel 2017, assessore e vicesindaco della giunta Landriscina. Fino a ieri, quando è diventata ministro della Repubblica e oggi parteciperà al suo primo consiglio dei ministri. La prima donna comasca.

Due anni e qualche mese fa non era mai stata in un consiglio comunale, se non tra il pubblico. Poi vicesindaco, deputato e ora ministro. Se lo aspettava?

No non me l’aspettavo assolutamente. È un onore l’enorme fiducia che mi è stata data: un compito che ha a che fare con le mie esperienze di vita.

Tra cui c’è anche aver fatto la volontaria in Africa, cosa che sapevano in pochi fino a ieri.

Ministero delle Disabilità e famiglia. In che modo intende operare?

La prima cosa che farò è quella di andare direttamente sul posto per incontrare persone, familiari, associazioni e vedere tutto quello che di prezioso e di utile abbiamo. Ascolterò i bisogni delle persone e poi ragioneremo con tavoli tecnici sui temi specifici.

Lei a Como è stata una figura sempre in prima linea, controversa e che si è attirata tante critiche per le sue posizioni sui senzatetto e sui migranti soprattutto. Chi la contestava non sarà affatto contento della sua nomina a ministro. Cosa risponde loro?

Io, comunque sia, sono sempre la stessa persona determinata, impegnata e convinta che per poter fare del bene ci vogliono delle regole e credo di poter dare il massimo anche qui a Roma.

Un impegno che si prende con i comaschi...

Di continuare ad essere presente sul territorio appena possibile e di ascoltare tutte le istanze e le richieste.

L’intervista completa su La Provincia dell’11 luglio

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