Lungolago, non c’è neanche il progetto

Martedì il caso Como sarà in giunta regionale per la decisione sul “commissariamento” della gestione Lucini. Se Maroni azzera il percorso fatto dal Comune, dovrà rifare la progettazione. E sarà tutto bloccato per almeno 3 anni

Sarà molto probabilmente martedì la giornata chiave per il cantiere delle paratie. Lunedì scadono infatti i dieci giorni della diffida inviata dalla giunta di Roberto Maroni a Palazzo Cernezzi con la quale Milano chiede una serie di cose tra cui la nomina del direttore dei lavori indicato dalla Regione. Richiesta, quest’ultima, che il Comune ha già fatto sapere di non poter soddisfare sottolineando come non sia possibile dare un incarico diretto e senza gara di quell’entità.

Ma andiamo a martedì, quando a Milano durante la giunta regionale verrà affrontato il caso Como e, probabilmente, la Regione diventerà stazione appaltante, revocando l’incarico al Comune.

Strada in discesa? Non proprio. Le procedure burocratiche sono in ogni caso lunghe e anche il percorso da seguire oggi non è così chiaro. Innanzitutto nel momento in cui la gestione del cantiere passasse a Palazzo Lombardia verranno nominati il direttore lavori e il responsabile del procedimento (non più quindi il dirigente comunale Pierantonio Lorini). Prima di arrivare alla rescissione del contratto con Sacaim si dovrà procedere con l’analisi dello stato di fatto: opere realizzate e qualità dei lavori effettuati. Da qui potrebbe subito scaturirne un contraddittorio con l’impresa che verosimilmente sfocerà in un contenzioso legale.

Con l’addio a Sacaim la pratica passerà sui tavoli della magistratura, mentre la Regione dovrebbe a quel punto stabilire quale progetto mettere a gara. Quello rivisto da Lucini in accordo con lo stesso Pirellone? Quello originario? Tutti i progetti predisposti finora, però, sono solo carte perché la Provincia ha revocato le autorizzazioni paesaggistiche. Questo vuol dire che le strade sono due: o una sentenza del Tar (a cui si è rivolto il Comune) che ribalti la decisione di Villa Saporiti, oppure la necessità di rifare tutto da capo, comprese le procedure per chiedere e ottenere l’autorizzazione, sempre in capo all’ente di via Borgovico. Da verificare, ovviamente, anche i conti. Solo a quel punto potrà partire la gara d’appalto, di rilevanza europea vista l’entità dei lavori. Tradotto: ci vorranno, secondo i bene informati, almeno due anni e mezzo per poter avere il nome di chi dovrà fare i lavori. Altri tre anni il tempo ipotizzato per la conclusione dell’opera. A essere ottimisti, quindi, si parla di riavere il lungolago non prima del 2021.

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