Maestra uccisa, il corpo
sarà riportato in Svizzera

La magistratura acconsente alla restituzione del cadavere di Nadia Arcudi. Nel frattempo il pm Astori ha iscritto Michele Egli sul registro degli indagati per omicidio volontario e occultamento di cadavere

Anche la procura della repubblica di Como ha iscritto sul registro degli indagati per omicidio volontario e occultamento di cadavere Michele Egli, 42 anni, l’informatico ticinese arrestato ieri notte dalla polizia cantonale svizzera per l’omicidio della cognata Nadia Arcudi, 35 anni, la maestra elementare di Stabio (Svizzera) trovata morta domenica scorsa a Rodero (Como). La decisione del pm comasco Massimo Astori è sostanzialmente un atto obbligato, dal momento che l’occultamento di cadavere è certamente avvenuto in territorio italiano e che, al momento, non è possibile stabilire con certezza dove materialmente sia avvenuto l’omicidio, se nella casa della vittima a Stabio, come sostengono gli inquirenti svizzeri, o altrove, magari in Italia. La procura comasca da parte sua ha partecipato attivamente alle indagini e ha già disposto sulla salma, oltre all’autopsia effettuata lunedì scorso, una serie di esami tossicologici e genetici che dovranno essere depositati nelle prossime settimane. Inquirenti svizzeri e italiani procedono insomma parallelamente, almeno per ora.

Nel frattempo nella mattinata di venerdì la magistratura italiana ha acconsentito alla richiesta delle autorità svizzere di poter riavere la salma di Nadia Arcudi. I carabinieri dovranno ora sentire i colleghi della polizia svizzera per le modalità e i tempi del trasferimento del corpo.

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