Mamma e due bimbi di 6 mesi al freddo
Comune immobile, ci pensa la Caritas

Una famiglia si presenta in via Regina ma trova chiuso. Bernasconi: «Amarezza»

Sono almeno 150 le persone che, a Como, non hanno un tetto per la notte e dormono dove possono: sotto i portici dell’ex chiesa di San Francesco, nei padiglioni dell’ex Gb Grassi di via Napoleona, in un ex fabbrica dismessa in via Pastrengo e alcuni - dicono gli ambienti che aiutano i senzatetto - di nuovo nella Santarella.

A fare la stima è il direttore della Caritas, Roberto Bernasconi, che nei giorni scorsi aveva scritto al Comune - assieme ai componenti del tavolo della grave emarginazione - per chiedere di convertire il centro migranti di via Regina in una struttura per offrire a tutte queste persone un riparo per l’inverno. Risultato: da Palazzo Cernezzi neppure una risposta, anche se da lunedì prossimo ha previsto lo smantellamento del campo.

Sull’emergenza senzatetto in città e sulla questione sicurezza si è aperto un duro scontro politico in questi giorni, in seguito all’affondo della consigliera di Fratelli d’Italia Patrizia Maesani. L’esponente politico aveva attaccato via facebook le due alleate (sulla carta, quantomeno) in consiglio comunale Locatelli-Negretti spiegando come «sicurezza è anche eliminare il disagio prima ancora che il degrado». Un affondo a cui il vicesindaco Alessandra Locatelli replica (attraverso l’ufficio stampa della Lega): «Non intendiamo minimamente spostarci dai nostri obiettivi. Stiamo lavorando sodo perché si mantenga una linea ferma sul contrasto al degrado e all’illegalità e vigileremo sempre in modo che queste politiche siano sempre una delle priorità della giunta». A partire dallo smantellamento del centro di via Regina.

Il campo è ufficialmente chiuso. E la conferma arriva dal fatto che ieri pomeriggio Bernasconi si trovava all’esterno della struttura per soccorrere una mamma con due bimbi di pochi mesi che sperava di poter trovare rifugio nel centro, ma che invece era rimasta al freddo.

«C’è amarezza per la chiusura - commenta il direttore di Caritas, proprio mentre si sta occupando di trovare una sistemazione alla mamma e ai due bambini rimasti fuori dal centro - Le parole di Patrizia Maesani? Una persona intelligente come lei, che ha fatto un servizio egregio come volontaria, ha tutto il diritto di arrabbiarsi per questa situazione». Una situazione che ha spinto la consigliera a scrivere (rivolta alla sua maggioranza): «Sveglia, i barboni in strada in questo momento sono 100 e prima di andar a chiedere ad altri (leggi Ozanam ndr) mi chiederei cosa posso fare io come Comune».

Replica la Lega: «La linea ferma e decisa in materia di immigrazione e sicurezza rappresenta la coerenza del mandato elettorale che tutta la maggioranza ha sottoscritto». E così il Comune, come detto, non ha neppure risposto alla richiesta del tavolo della grande emarginazione sulla riconversione del centro: «Come fronteggiamo l’inverno con 150 persone in mezzo alla strada? Come sempre: mettiamo al centro chi è in difficoltà e cerchiamo una soluzione» commenta il direttore della Caritas.

Soluzione che alla fine, con ogni probabilità, si tradurrà nella realizzazione delle tende come avvenuto lo scorso anno: «La settimana prossima il tavolo si riunirà per decidere».

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