Medaglia Leonardo a due laureandi
Conservatorio premiato per la ricerca

Il “Verdi” di Como unico ateneo musicale a vincere la competizione del ministero. Il riconoscimento al lavoro congiunto di un matematico-musicista e un direttore d’orchestra

Una medaglia al valore culturale e artistico. È quella che hanno conquistato Paolo Martello e Enrico Saverio Pagano, laureandi in Direzione di coro e Composizione al biennio accademico del Conservatorio Giuseppe Verdi di Como, con una ricerca musicologica valsa loro la medaglia “Leonardo da Vinci” per il miglior elaborato originale scientifico o artistico.

Competizione nazionale

La Medaglia Leonardo è una competizione indetta annualmente dal Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) fra tutti gli atenei d’Italia, musicali e non, e le ambasciate italiane all’estero con l’obiettivo di “valorizzare a livello internazionale le competenze e le capacità del capitale umano della formazione superiore e della ricerca italiane”.

Quello di Como è stato l’unico Conservatorio italiano vincitore (le altre medaglie universitarie sono andate a sette atenei non musicali e a un’ambasciata), un implicito e prestigioso riconoscimento all’attività di ricerca che il “Verdi” riesce comunque ad affiancare alle attività didattiche e culturali. Una rarità, in Italia. Il progetto premiato - coordinato dal docente, il maestro Antonio Eros Negri - è una ricerca musicologica sulla Missa Artificiosissimae Compositionis di Antonio Caldara (1670-1736), musicista veneziano che operò a Roma e, soprattutto, alla corte imperiale di Vienna. Si ritiene che questa messa, scoperta e trascritta da Antonio Frigé, docente della Civica Scuola di Musica di Milano, dovesse servire a Caldara per accreditarsi quale compositore alla corte viennese, dove operava Johann Fux, massima autorità fra i teorici musicali dell’epoca e non solo. Per questo infarcì la messa di canoni e contrappunti, in una serie di soluzioni compositive complesse e ardite che fanno di questo lavoro un unicum, una sorta di “Arte della fuga” italiana, mantenendo, nel contempo, godibilità all’ascolto. Tra parentesi, si potrà ascoltare la messa in concerto a Como in dicembre.

Gli autori

A destreggiarsi tra le armonie barocche sono stati Paolo Martello, di Cermenate, direttore di coro e laureato in matematica, e Enrico Saverio Pagano, direttore d’orchestra romano residente a Varese. La “Missa” è stata analizzata, scomposta, catalogata e alla fine il lavoro ha dimostrato che il 98% della partitura è rappresentato da canoni. Per i non addetti ai lavori, il canone è quel tipo di composizione in un cui un tema viene progressivamente riproposto e sovrapposto. L’esempio più semplice e celebre è il “Fra Martino campanaro” che si fa cantare ai bambini.

Lavoro da compositori

«Martello e Pagano hanno fatto un lavoro da compositori – spiega il maestro Negri – La forma mentis del matematico-musicista ha identificato e ordinato il materiale della missa, la sensibilità del musicista-interprete ha ricollocato gli artifici compositivi nella dimensione musicale».

«È bello che il conservatorio riesca a fare ricerche del genere – dice Pagano, fresco di incisione di un cd con la sua orchestra Canova – Anche perché nella vita professionale capita di dover analizzare delle partiture per l’esecuzione».

(M.But.)

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