Meno soldi per le fusioni
“Caso Como” in Parlamento

Interrogazione del deputato comasco Alessio Butti sul taglio di 1 milione mezzo ai comuni che si uniscono, rilanciato da “La Provincia”. «Non si cambiano le regole con la partita in corso»

Il taglio ai fondi per le fusioni (31 milioni di euro, di cui 1 milione e mezzo relativo ai Comuni comaschi), avvenuto a metà del guado cioè tre mesi dopo l’approvazione dei bilanci previsionali per il 2019, diventa un caso nazionale, prendendo le mosse proprio da quanto sta accadendo sul nostro territorio e rilanciato da “La Provincia” nei giorni scorsi. Il deputato di Fratelli d’Italia, Alessio Butti, annuncia un’interrogazione sull’argomento ed “emendamenti ad hoc per ripristinare al più presto i fondi decurtati”.

«Come si fa a cambiare le regole d’ingaggio a partita in corso? Il Governo ripristini subito i fondi destinati ai Comuni fusi e spieghi come si sia potuti arrivare a questa situazione paradossale - afferma Alessio Butti - Oggi è sempre più complicato fare il sindaco e l’amministratore. I trasferimenti diminuiscono. Peraltro una settimana fa la Cgia di Mestre ha certificato che la pressione fiscale reale sui cittadini che versano fino all’ultimo centesimo le tasse è pari al 48%. Ebbene, dopo un lungo dibattito che ha coinvolto su livelli diversi il tema delle unioni prima e delle fusioni poi, la politica ha deciso che, ragionando per economie di scala, si sarebbero potuti ottenere da un lato più servizi e dall’altro maggiori risparmi per i cittadini. Da qui si è cominciato ad incentivare le fusioni. Perchè dunque questo cambio di rotta da parte del Governo? Così facendo, il rischio è che poi vengano tagliati servizi importantissimi in zone morfologicamente definite disagiate».

L’articolo completo su La Provincia di sabato 13 luglio

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