Migranti, altro stop all’accordo: la Svizzera deve tenerli ancora

Confine Per un altro mese i clandestini non verranno resi all’Italia. Ma cresce il malumore per i centri d’accoglienza in forte affanno

Neppure in questo mese di maggio l’Italia riprenderà in carico i 323 migranti (14 quelli ospitati in Ticino) che in base all’Accordo di Dublino la vicina Svizzera avrebbe dovuto riconsegnare al nostro Paese a partire da domani.

Nelle ultime ore, Roma ha comunicato al governo di Berna che l’Accordo di Dublino è da considerarsi sospeso (in via unilaterale) almeno sino a fine mese.

E così la Segreteria di Stato della Migrazione ha dovuto prendere atto, suo malgrado, della decisione ufficializzata dal nostro governo, precisando che al momento non si sa quando i migranti potranno tornare verso il Belpaese.

Il tutto ricordando che i centri di accoglienza di molti Cantoni - Ticino incluso - sono da settimane in forte affanno.

A monte, è bene ricordarlo, c’è il fatto che l’Italia dovrebbe esaminare quale primo Stato di approdo le domande di asilo di questi 300 migranti, gran parte dei quali hanno tentato di raggiungere la Germania ed il nord Europa attraverso la Svizzera, con il nostro territorio a rappresentare una delle principali porte d’ingresso verso la Confederazione.

Invece, sul modello di quanto comunicato un mese fa, il nostro Paese ha fatto sapere di non avere alcun tipo di possibilità di accogliere nuovi migranti, a causa dell’impennata del numero di sbarchi. Secondo quanto si è appreso, pur non nascondendo una certa irritazione, il governo di Berna ha deciso di tenere aperto il canale del dialogo, addirittura ipotizzando (secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Keystone) addirittura che se l’Italia non dovesse riprendersi in carico i migranti, la Svizzera potrebbe valutare l’avvio della procedura d’asilo. Non prima però di aver interpellato Bruxelles, chiedendo di avviare una procedura d’infrazione nei confronti del nostro Paese. Il governo svizzero peraltro ha richiesto al Parlamento un “bonus” pari ad (altri) 132 milioni di franchi per garantire i servizi di prima accoglienza ai richiedenti asilo.

Di fronte al nuovo “no” dell’Italia, non poteva mancare una presa di posizione forte da parte della Lega dei Ticinesi che con il consigliere nazionale Lorenzo Quadri ha anzitutto ironizzato sul fatto che «di rinvio in rinvio, di mese in mese si andrà avanti all’infinito». Da qui l’annuncio di un nuovo atto parlamentare, visto che «il nostro governo sta a guardare», subendo le decisioni dell’Italia.

Particolarmente critica anche la posizione dell’Udc, che peraltro ha richiesto in settimana con il consigliere nazionale «il ripristino dei controlli sistematici alle frontiere, così da rendere la Svizzera meno attrattiva soprattutto per i falsi richiedenti asilo».

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