Multe agli stranieri
«I furbi sono italiani
con targa ticinese»

Le reazioni dei politici di oltre confine alla proposta di legge dei parlamentari di FdI che dispone il fermo amministrativo alle auto estere

Il «No paghi? no parti!» coniato come slogan ad effetto per la proposta di legge a firma del deputato lariano di Fratelli d’Italia, Alessio Butti, è subito rimbalzato oltre ramina, come i ticinesi chiamano la rete di confine.

D’altronde l’obiettivo primario dell’iniziativa parlamentare è quello di impedire il “liberi tutti” nel momento in cui a un conducente straniero - svizzero in primis - viene chiesto di mettere mano al portafogli e saldare le contravvenzioni.

In che modo combattere il fenomeno? Tornando in Italia senza aver saldato il pregresso, scatta il fermo amministrativo del veicolo. «Faranno tutto tra “fratelli d’Italia” - ironizza Lorenzo Quadri, consigliere nazionale della Lega dei Ticinesi, attraverso un gioco di parole con il nome dello schieramento politico da cui ha preso le mosse la proposta di legge -. Già perché bloccheranno le auto di tanti loro connazionali, cioè “fratelli d’Italia”. Questo perché a commettere infrazioni oltreconfine sono in massima parte cittadini stranieri (specialmente italiani) residenti in Ticino e che per questo motivo hanno la targa rossoblu: non certo perché sono ticinesi».

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