Museo Giovio a secco. Niente soldi dal Pnrr ma i lavori per sistemare l’edificio sono urgenti

La denuncia Saltati i finanziamenti chiesti dal Comune. Infiltrazioni e danni al tetto richiedono interventi rapidi. L’ira dell’Archeologica: «Da anni nessuno ci entra più»

Niente soldi dal Pnrr per il museo Giovio, siamo ancora ai progetti, ma il tetto aspetta una riqualificazione da ormai cinque anni. L’attuale amministrazione comunale ha domandato un finanziamento da un milione e mezzo di euro al piano nazionale di ripresa e resilienza per ristrutturare il museo di piazza Medaglie d’Oro. La risposta è stata negativa, comunque in realtà per sistemare il Giovio servirebbe un intervento da svariati milioni di euro. La precedente giunta di fatto non ci ha mai voluto mettere mano, scoraggiata dalle pessime condizioni dell’edificio e dall’onere dell’investimento. Tra la fine del 2017 e il 2018 erano già evidenti i problemi al tetto, nel mese di settembre la pioggia colpa delle infiltrazioni aveva danneggiato le solette. Le sale del secondo piano erano state dunque dichiarate inagibili. Poco dopo erano state chiuse la sala dell’età del Bronzo e quella dell’epoca di Golasecca.

Nel 2020 i vigili del fuoco avevano fatto delle verifiche per il futuro allestimento della mostra delle monete d’oro romane, un tesoro rinvenuto quattro anni fa che aspettiamo ancora di ammirare. I pompieri avevano così scoperto guai ben peggiori, compreso il mancato adeguamento alla normativa per la prevenzione incendi. Da allora il museo Giovio è «temporaneamente chiuso». Può dormire serena la mummia Isiuret, la sacerdotessa del dio Amon. Nessuno può più ammirare la stele di Prestino e la spada di Prato Pagano. Per la riqualificazione del museo Giovio nei cassetti di Palazzo Cernezzi c’è un progetto, alle fasi preliminari, ancora in costruzione. Bisognerà quindi guardare alla programmazione delle opere pubbliche del prossimo triennio per vedere qualche lumicino di speranza.

«Il museo Giovio è proprio l’ultima ruota del carro è da anni che nessuno ci entra più. All’inizio dopo le prime infiltrazioni al tetto ci era dato il permesso solo per piccoli gruppi. Oggi l’edificio è totalmente inagibile ed è considerato poco sicuro»

«Noi siamo molto arrabbiati, il museo Giovio è proprio l’ultima ruota del carro – spiega Alberto Pozzi, presidente della Società archeologica comense – è da anni che nessuno ci entra più. All’inizio dopo le prime infiltrazioni al tetto ci era dato il permesso solo per piccoli gruppi. Oggi l’edificio è totalmente inagibile ed è considerato poco sicuro. Nel Giovio sono custoditi dei grandi tesori del nostro passato, in particolare del periodo di Golasecca. Reperti che la nostra società aveva rinvenuto. Ora non ci danno più il benestare dalla sovraintendenza per scavare e gli enti pubblici non hanno risorse sufficienti. Dunque è tutto fermo. E’ un peccato, ancora adesso a distanza di anni ci sono turisti e studiosi stranieri che ci chiedono, inutilmente, informazioni».

L’attuale amministrazione punta entro la prossima estate ad allestire nella vicina chiesetta delle Orfanelle la mostra per le monete d’oro romane. L’assessore alla cultura Enrico Colombo, membro della società archeologica, vede in Palazzo Natta un luogo per accogliere le realtà culturali cittadine, ma difficilmente sarà possibile trasferire in blocco la mummia Isiuret e i reperti di Golasecca. Palazzo Natta è in buone condizioni, sebbene il prezioso edificio in pieno centro sia comunque vuoto da cinque anni, da quando gli uffici dei rettori delle università si sono trasferiti altrove.
S.Bac.

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