Niente basket nella palestra di Rebbio. «Tutta colpa di soli venti centimetri»

Il cavillo La Federazione Pallacanestro revoca l’agibilità al campo di via Giussani per problemi connessi con la larghezza del campo usato dall’Alebbio

La palestra di via Giussani non è più idonea per le partite, colpa di venti centimetri. Con la fame di impianti sportivi di cui soffre la nostra città, in attesa della riapertura degli spazi da riqualificare rimasti senza permessi, a Rebbio arriva un’altra brutta notizia per gli amanti del basket. «La federazione ci ha notificato la revoca dell’idoneità del campo – spiega Franco Passalacqua, vice presidente dell’Alebbio – questo dopo che grazie ai sacrifici e a una donazione privata siamo riusciti a sistemare il parquet. Un intervento da 10mila euro tutto a nostro carico. Senza far spendere al Comune, l’ente proprietario, nemmeno un euro. Tutto a vantaggio delle scuole che usano e gestiscono la palestra. La federazione basket, però, ci contesta un cavillo, una questione di 20 cm».

«Mail, contatti telefonici e documenti fotografici attestano come il campo di via Giussani sia stato portato ad una larghezza pari a 14,20 centimetri – scrive la Federazione italiana pallacanestro – quando i regolamenti definiscono la larghezza dei campi a 15 metri o a 14 metri, senza alcune possibilità di misure intermedie. La nuova situazione non può quindi essere accettata e porta alla revoca dell’idoneità con effetto immediato».

L’Alebbio conta circa 300 atleti, di questi 230 nelle squadre di basket. Lo stop alle partite in via Giussani coinvolge le categorie dei giovani e degli adulti, non dei bambini più piccoli. «Per noi è un grido d’allarme – dice Mauro Borghi, responsabile del settore basket dell’Alebbio – nonostante tutti i nostri sforzi gli spazi per organizzare le attività sportive a Como diminuiscono invece di aumentare. Ora non sappiamo cosa fare, se dobbiamo disiscrivere le squadre dalle competizioni in corso».

Il Comune è al lavoro per riaprire le palestre di via Cuzzi e di via Giulini, ma l’arco temporale si è spostato a settembre. Diversi istituti superiori, dal Giovio alla Magistri, da anni non aprono le porte a realtà esterne. Giocare è sempre più difficile.

© RIPRODUZIONE RISERVATA