Non c’è rispetto nemmeno per l’hospice
Visitatori accolti da strada chiusa e buche

Sterpaglie, sporcizia e abbandono. Il direttore: «Difficile anche orientarsi» - Gli utenti confermano: «Qui ci si perde. Non solo a piedi: è capitato anche a un’ambulanza»

Como

Arrivare a piedi all’hospice per trovare i propri cari è sempre più difficile, i sentieri del San Martino sono sbarrati, mancano di manutenzione e nella selva è facile perdersi.

Entrando nel parco dell’ex ospedale psichiatrico dalle sbarre sul lato del Setificio da via Castelnuovo per raggiungere l’ospizio bisogna salire. Molti utenti appiedati almeno fino a ieri erano soliti usare una scorciatoia sulla sinistra.

«È una stradina più rapida, ma è piena di buche, sterpaglie, rami – racconta una cittadina –. Anche di rifiuti d’ogni genere. Invece di fare pulizia e manutenzione, di recente il passo è stato sbarrato. Il sentiero è stato chiuso e ora bisogna salire dalla via principale, percorrere un chilometro e mezzo senza uno straccio di cartello o indicazione. La gente si perde. L’altro giorno perfino un’ambulanza non sapendo dove andare è finita dall’altra parte della collina».

Il parco è tenuto pulito dai lavoratori della Cooperativa sociale Arca. Ma solo dal “pratone “in poi, nei terreni di proprietà dell’Ats Insubria. L’area vicino all’ex manicomio è invece competenza dell’Asst Lariana, ente cui abbiamo chiesto, al momento senza successo, una risposta sull’argomento. «La manutenzione del parco in generale è scarsa, si limita alle strade principali – dice il direttore dell’hospice Matteo Ferretti –. La scorciatoia sulla sinistra è piena da anni di crateri ed ora è stata sbarrata. Il panorama nei dintorni è piuttosto squallido, se non orribile per ragioni di degrado e di rifiuti ai bordi dei sentieri. Io ho sempre sconsigliato di passare da lì. Però capisco che salire dal tragitto principale non sia facile. Soprattutto per chi non è esperto, chi non conosce i luoghi. Non ci sono cartelli da nessuna parte se non uno, in cima, su sfondo nero. Anche una volta raggiunto il Cral e la chiesa non è facile orientarsi. Alcuni utenti finiscono nella zona dove prima c’era la medicina sportiva e si perdono verso via Salita Cappuccini».

Per i cartelli non dovrebbe essere così difficile porre un rimedio. Quanto alla manutenzione delle strade e dei boschi l’impressione è che ampi settori del San Martino siano sempre di più abbandonati, lasciati all’incuria e al degrado. La selva cresce e diventa sempre più intricata, perfino pericolosa per chi si avventura tra i boschi e i prati. Il progetto di aprire il San Martino alla città per farne un grande parco urbano non si è mai concretizzato.

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